Biografia Pietro Abelardo |
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Pietro Abelardo (Palais 1079 - Cluny 1142).
Pietro Abelardo, discendente da una nobile famiglia bretone. Il villaggio di Pallet sorgeva circa 13 km a est di Nantes. Questa città, già capitale dei Galli Namneti, divenne la romana Portus Namnetum e, unitamente a Rennes (capoluogo della Bretagna), ebbe notevole rilievo nell'ambito del ducato di Bretagna (sec. XII-XVI). Oggi Nantes è il capoluogo del dipartimento della Loire-Atlantique.
Così parla Abelardo del suo luogo di nascita: "Ego igitur, oppido quodam oriundus quod in ingressu minoris Britanniae constructum, ab urbe Namnetica versus orientem octo credo miliariis remotum, proprio vocabulo Palatium appellatur, sicut natura terre mee vel generis animo levis, ita et ingenio extiti et ad litteratoriam disciplinam facilis. (Epistola I, quae est historia calamitatum Abaelardi, ad amicum scripta) - Nel 987 Conan I, conte di Rennes, si era proclamato duca di Bretagna. Passato sotto la sovranità inglese nel 1170 grazie ad alleanze matrimoniali, all’inizio del XIII secolo il ducato ritornò a un ramo dei duchi francesi di Rennes.
Abelardo deriva dal tedesco ebar e hart e significa principe coraggioso. La sua forma latina è Abaelardus. Ma il nome Abaelardus (scritto anche Abailardus, Abaielardus e in molti altri modi) si dice essere una corruzione di Habelardus che Pietro stesso sostituì al posto del nomignolo Bajolardus ricevuto quando era studente.
Fu uno dei grandi maestri del pensiero europeo, considerato un precursore della Scolastica. Nel corso della sua vita si mosse da una città all'altra fondando scuole e dando così i primi impulsi alla diffusione del pensiero filosofico e scientifico. Conquistò masse di allievi grazie all'eccezionale abilità con cui padroneggiava la logica e all'acume critico con cui analizzava la Bibbia e i Padri della Chiesa. Ebbe come temibile avversario Bernardo di Chiaravalle, che lanciò contro di lui accuse di eresia. Fu condannato dai concili di Soisson (1121) e Sens (1140) per i suoi studi teologici sulla Trinità. Tra i suoi principali allievi, Arnaldo da Brescia, Giovanni di Salisbury, segretario dell'arcivescovo Thomas Becket, Ottone di Frisinga, zio di Federico I Barbarossa e grande letterato, e Rolando Bandinelli, il futuro Papa Alessandro III.
Abelardo fu noto anche col soprannome di Golia: durante il Medioevo tale appellativo aveva la valenza di "demoniaco". Pare che Abelardo fosse particolarmente fiero di codesto soprannome, guadagnato in relazione ai numerosi scandali di cui fu protagonista, tanto da firmare con esso alcune delle sue lettere.
Studia a Loches avendo per maestro Roscellino e poi a Parigi, dove segue le lezioni di Guglielmo di Champeaux, del quale critica la teoria degli universali, suscitando accese polemiche che lo costringono a trasferirsi prima a Melun e poi a Corbeil, dove insegna con grande successo. Torna a Parigi seguendo ancora le lezioni di Guglielmo, suscitando nuove polemiche, infine apre una sua scuola nella collina parigina di Sainte Geneviève.
Nel 1113 è a Laon, dove studia teologia sotto Anselmo di Laon e nello stesso anno torna a Parigi per insegnare dialettica e teologia nella scuola di Notre-Dame. Qui conosce la giovane Eloisa (nata nel 1099/1101), nipote di Fulberto canonico di Notre-Dame (alcuni ipotizzano che fosse sua figlia), bella, colta, sensibile e intelligente, "aveva tutto ciò che più seduce gli amanti", scrive Abelardo.
Dalla loro storia d’amore verso la fine del 1116 viene alla luce un figlio fatto nascere in Bretagna e che chiamano Astrolabio (Colui che afferra le stelle - come l'omonimo strumento per la determinazione delle coordinate degli astri e per la misura del tempo), il che costringe Abelardo a sposare Eloisa, ma in segreto, data la sua professione: infatti chi insegna nelle scuole gestite dalla Chiesa deve essere celibe. Nonostante tutte le precauzioni, la notizia si diffonde. Abelardo, per non intaccare la sua reputazione di docente e chierico, decide di separarsi da Eloisa e la nasconde nel convento di Argenteuil vestita da monaca.
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http://www.summagallicana.it/lessico/a/Abelardo.htm
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