Biografia Vigdis Hjorth |
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Vigdis Hjorth è una delle scrittrici norvegesi contemporanee più rilevanti, autrice di oltre venti romanzi che esplorano con profondità i legami familiari, la memoria e le dinamiche di potere. Nata nel 1959, Hjorth si è laureata in storia, scienze politiche e letteratura. Ha pubblicato una trentina di libri per ragazzi e adulti, tradotti in 27 paesi. Vincitrice di numerosi premi, tra cui il Premio Brage onorario nel 2014 e il Premio Dobloug nel 2018 ha raggiunto una vasta notorietà internazionale con il romanzo "Eredità", pubblicato nel 2016, che ha innescato un acceso dibattito sulla cosiddetta “virkelighetslitteratur” o “letteratura della realtà”.
Al centro del romanzo vi è Bergljot, una donna sulla cinquantina che rompe il silenzio sugli abusi sessuali subiti da bambina da parte del padre, affrontando l'incredulità della propria famiglia e il peso di una storia ufficiale che la esclude. La vicinanza tra la biografia della protagonista e quella della stessa Hjorth ha alimentato polemiche in Norvegia, spingendo la sorella dell'autrice, Helga Hjorth, a pubblicare un libro di risposta dal titolo "Fri Vilje" ("Libero Arbitrio"), in cui narra la ricaduta pubblica di un romanzo autobiografico scritto da una sorella narcisista.
Hjorth ha sempre difeso il diritto della letteratura di mescolare realtà e finzione, sottolineando come il suo interesse risieda nella voce di chi ha una storia dolorosa da raccontare e fatica a essere ascoltato. La sua esperienza come insegnante per rifugiati e persone prive di documenti ha ispirato la costruzione della protagonista di "Eredità", il cui monologo interiore si fa eco delle voci marginalizzate incontrate dall'autrice nel corso degli anni.
Convinta che la letteratura debba scandagliare la complessità della condizione umana, Hjorth ha affermato che ogni suo romanzo nasce da una domanda urgente a cui desidera rispondere. In "Eredità", la domanda era: "Qual è la voce di una persona che ha una storia importante da raccontare e che nessuno vuole ascoltare?". Il romanzo è stato acclamato come una delle narrazioni più intense e oneste legate al movimento #MeToo, esplorando la fragilità della memoria e il bisogno di essere creduti.
Nonostante le controversie, Hjorth ha sempre ribadito che la sua opera non è una confessione autobiografica, ma una finzione letteraria. La sua scrittura, caratterizzata da uno stile incisivo e da una profonda introspezione psicologica, mette in discussione le verità convenzionali e sfida il lettore a confrontarsi con la complessità delle relazioni umane. Grazie alla sua voce audace e senza compromessi, Vigdis Hjorth si è affermata come una delle autrici più influenti della narrativa scandinava contemporanea.
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