Biografia Samantha Harvey |
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Samantha Harvey (Kent, 1975) è una scrittrice britannica vincitrice del "Booker Prize 2024" per il romanzo "Orbital". Ha studiato filosofia all'Università di York e di Sheffield, completando successivamente un Master e un dottorato in Scrittura Creativa presso la Bath Spa University, dove oggi insegna.
Ha esordito nel 2009 con "The Wilderness", che racconta gli effetti dell'Alzheimer attraverso una narrazione frammentata. Tra le sue opere più note figurano "Tutto è canzone" (2012), sul conflitto tra dovere morale e ribellione, "Caro ladro" (2014), ispirato alla canzone "Famous Blue Raincoat" di Leonard Cohen, e "The Western Wind" (2018), ambientato nell'Inghilterra del XV secolo.
Nel 2023 ha pubblicato il saggio autobiografico "The Shapeless Unease", ispirato alla sua esperienza di insonnia, mentre "Orbital" (2023), ambientato in una stazione spaziale, è stato accolto con entusiasmo dalla critica.
I suoi romanzi sono stati finalisti di numerosi premi prestigiosi come il Booker Prize, il Women's Prize for Fiction e il Walter Scott Prize. Harvey è nota per la sua prosa lirica e le profonde esplorazioni psicologiche, con uno stile paragonato a quello di Virginia Woolf.
Il suo romanzo candidato al Booker Award, "orbital", affronta la nostra occupazione umana dell'orbita terrestre bassa negli ultimi venticinque anni, con l'intento di rappresentarla non come fantascienza, ma come realismo. Harvey si è posta la sfida di evocare la bellezza di questo punto di osservazione con la sensibilità di uno scrittore naturalista, aspirando a creare una sorta di pastorale spaziale.
La passione per la lettura di Harvey è nata grazie a "Danny the Champion of the World" di Roald Dahl, un libro che ha risvegliato in lei una nuova consapevolezza sull'amore tra genitori e figli. Il desiderio di diventare scrittrice è stato invece ispirato da "Waterland" di Graham Swift, la cui costruzione del mondo e la narrazione stratificata le hanno fatto sognare di poter creare qualcosa di simile.
Nel suo percorso di lettrice, Harvey torna spesso a "Mrs Dalloway" di Virginia Woolf, ammirandone la complessità del linguaggio e l'intreccio delle coscienze. Tra i libri che l'hanno segnata di più c'è "Hurricane Season" di Fernanda Melchor, una narrazione brutale e indimenticabile. Il suo modo di vedere il mondo è stato trasformato da "Miracles" di CS Lewis, che le ha infuso un senso di meraviglia verso il divino, nonostante la sua mancanza di una fede formale.
Harvey considera "Brief Interviews with Hideous Men" di David Foster Wallace un'opera che ha cambiato la sua percezione delle possibilità della scrittura, aprendole nuovi orizzonti narrativi. Tra i libri che l'hanno colpita di più cita "Silas Marner" di George Eliot, "Disgrace" di JM Coetzee, "Home" di Marilynne Robinson e "Snow Country" di Yasunari Kawabata, tutti accomunati da una semplicità apparente che nasconde una straordinaria eleganza.
Recentemente ha letto "The Friend" di Sigrid Nunez, trovandolo profondamente commovente, e si è immersa in "Pale Fire" di Vladimir Nabokov, nonostante la difficoltà del carattere tipografico e la necessità di una luce intensa per proseguire la lettura.
Harvey ricorda anche i libri "Restoration" di Rose Tremain e "The Siege of Krishnapur" di JG Farrell, entrambe opere che considera mozzafiato e degne di essere annoverate tra le migliori del secolo scorso.
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