Biografia Raymond Aron |
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Il tragitto di Raymond Aron (Parigi 1905 ? id. 1983) fu il percorso lineare di un intellettuale attaccato alla tradizione. Nel 1924, entra alla "Scuola Normale" della rue d? Ulm con la volontà di brillarvi per vendicare le sconfitte universitarie del padre. Ha in particolare come condiscepoli Jean-Paul Sartre e Paul Nizan. Arriva primo al corso di filosofia del 1928 (Sartre sarà respinto ma sarà primo l?anno successivo). Lettore all'università di Colonia (1930), quindi pensionante all? Accademia di Berlino (1931 -1933), assisterà in diretta all'ascesa del nazismo: «in questa città la crisi tedesca era molo più apparente. Si vedevano i disoccupati. Si era proprio al centro della vita politica. Andavo alle riunioni pubbliche. Evidentemente ho ascoltato Goebbels, che era un oratore e si esprimeva in buon tedesco. Ho ascoltato Hitler, il cui tedesco era spaventoso, e che subito mi ha ispirato una specie di paura e di orrore» (R. Aron, L'etica della libertà, op. cit. ). Di ritorno in Francia, sostiene nel 1938 la sua tesi di dottorato, Introduction à la philosophie de la historie (Introduzione alla filosofia della storia), attraverso cui si sviluppa il problema dei compiti e delle finalità della filosofia della storia in relazione alla vita dell'individuo. Dal 1940 al 1944, Raymond Aron è redattore capo del giornale La France libre, a Londra. Dopo la guerra, non cessa di svolgere parallelamente una carriera di influente editorialista liberale e conservatore ed una, strepitosa, di accademico. È successivamente editorialista a Combat (1946) quindi a Le Figaro, dal 1947 a 1976. Nel 1977, lascia il quotidiano per il settimanale L'Express a cui collaborerà fino alla morte. A partire dall'osservazione delle realtà della sua epoca, questo filosofo ha tentato di spiegare l'attrazione esercitata dal marxismo su molte intelligenze francesi ed europee contro cui egli entrò in conflitto, sulla scorta del fatto che quella potente dottrina socio-economico-politica gli sembrava smentita dalla reale evoluzione economica e sociale della Francia e del mondo. Raymond Aron si fece così sociologo al fine polemico e dottrinale di condurre un raffronto stringente tra il regime sovietico e comunista da un lato e quello di tipo occidentale e capitalista dall?altro, con ciò scontrandosi con buona parte dell?intellighenzia francese fortemente sedotta dal pensiero e dalla prassi marxista. La sua analisi è condotta su tre piani: economico (Diciotto lezioni sulla società industriale, 1963), sociale (Le lotte di classe, 1964) e politico (Democrazia e Totalitarismo, 1965). Aron afferma la continuità del pensiero liberale da Montesquieu a Weber, passando per Tocqueville nel suo lavoro Le tappe del pensiero sociologico scritto nel 1967. Lungo tutto il suo impegno intellettuale Raymond Aron denuncia l'interpretazione della storia data dai marxisti. Scrittore fecondo e di estrema qualità, sia per quanto attiene al nitore argomentativo stilistica sia rispetto alla precisione e alla profondità intellettuale, fra le sue opere possiamo ricordare La sociologie allemande contemparaine del 1935 (trad. it. Introduzione alla sociologia tedesca contemporanea, Milella 1980); la già citata Introduction à la philosophie de l'historie del 1938; il famosissimo Opium des intellectuelles del 1955 (trad. it. L'oppio degli intellettuali, Ideazione Editrice, Roma 1988); gli Études politiques del 1972 (trad. it. parziale Il concetto di libertà, Ideazione Editrice, Roma 1997); Penser la guerre. Clausewitz (1977) e le Mémoires pubblicate nel 1978.
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