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Biografia Orfeo Boselli
Orfeo Boselli
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Orfeo Boselli nacque a Roma nel 1600 c. Le notizie sulla sua vita si ricavano principalmente dal suo trattato inedito: Osservationi sulla scoltura antica Opera di O. B. Scultore romano divisa in cinque libri (Roma, Bibl. Corsiniana, ms. 1391, coll. 36 F 27). Suo primo maestro fu C. Stati, ma più significativo per la sua formazione fu l'incontro con F. Duquesnoy, di cui il B. fu discepolo e aiuto. Prese parte ai lavori per S. Pietro (due angioletti da situare sul frontone di un tabernacolo: Pollak, II, p. 507) e collaborò, a fianco di Martino Longhi, alla realizzazione degli altari di S. Domenico a Soriano Calabro e di S. Carlo ai Catinari a Roma, per i quali scolpì due statue: la Religione e la Sapienza (S. Domenico) e la Carità verso Dio e la Carità verso il prossimo (S.Carlo). Tra le opere citate dal B. stesso, "doi Angeli per Acqua Santa nella chiesa di Santo Adriano nel Foro Boario" (f. 49v) sono oggi nella chiesa di S. Maria della Mercede a viale Regina Margherita, mentre sono in loco "doi modelli di Angeli" per l'altare di S. Antonio da Padova ai SS. Apostoli (f. 140), "S. Benedetto, che è nella chiesa di S. Ambrogio in Pescheria" (f. 155; oggi S. Ambrogio della Massima; cfr. anche Titi, p. 75), dal modello del Duquesnoy. Cita inoltre una serie di ritratti (f. 119v), soprattutto di nobili romani. Con questi però il B. fu in contatto soprattutto per la sua esperienza di restauratore di statue antiche: restaurò per Mario Frangipane la Diana di Nemi, il colosso di Alessandro Magno del palazzo Caetani al Corso, un Bacco per i Giustiniani, una statua di Claudio deificato per i Colonna, che ne fecero dono al re di Spagna. Per il palazzo Cardelli compose, con pezzi di scavo di provenienza diversa, nel tipico gusto barocco, i bassorilievi che ornano lo scalone. Eletto accademico di S. Luca nel 1650, il B. ricoprì varie cariche (fu stimatore o esaminatore di scultura per il 1656 e il 1664, censore per il 1666) e infine venne eletto principe dell'Accademia per il 1667, anno in cui morì nella notte tra il 22 e il 23 settembre. Durante il suo principato venne eletto accademico il figlio Ercole, anch'egli scultore e restauratore. Più che dalle opere, di un corrente gusto barocco, la personalità dell'artista emerge dai suoi scritti: il trattato fu composto sicuramente tra il 1642 e il 1663, anno in cui viene citato in una lezione tenuta dal B. all'Accademia su La Nobiltà de la Scoltura (Bibl. Apost. Vat., ms. Barb. lat. 3867, ff. 114-123; ai ff. 125-128 vi è la risposta ad alcune obiezioni portate alla sua lezione), che riecheggia la posizione classicista, ben più elaborata, del trattato. L'amicizia e l'alta considerazione attribuita al Duquesnoy, che B. ritiene il più insigne scultore del tempo, la familiarità con A. Sacchi e con il pittore francese P. Mignard, l'amore, quasi il fanatismo, per l'arte antica e per Raffaello sono i temi più ricorrenti nelle sue Osservationi, interessanti, oltre che per la vastità e puntualità della materia trattata (dalla definizione della scultura ai problemi specifici del panneggio, delle piombature, della simmetria, ecc.), come testimonianza di un esponente di secondo piano del classicismo barocco romano. Le Osservationi, scritte nella maggior parte in maniera fluida ed elegante, rivelano una certa consuetudine del B. alle belle lettere. Egli è infatti autore di due commedie: Il disperato amante, scritta nel 1623 e pubblicata a Venezia nel 1629 (accanto alla lingua colta del protagonista compaiono i dialetti napoletano e bergamasco), e La Regia, pubblicata a Roma nel 1635; e di componimenti poetici occasionali (Bibl. Apost. Vat., ms. Barb. lat. 3902, f. 228, e ms. Barb. lat. 3889, ff. 95-96: quest'ultimo contiene Le lacrime del Tevere e sua concolatione, pubbl. a Viterbo nel 1659).

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