Biografia Norbert Wiener |
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Bambino prodigio, Wiener a tre anni era già in grado di leggere correttamente e a nove anni faceva il suo ingresso nella scuola superiore, dove completò il programma quadriennale in soli due anni.
Poi studiò presso la Cornell University, la Columbia University, Harvard e Cambridge (con Bertrand Russel) e Gottinga, laureandosi in matematica, fisica e biologia.
Quindi rientrò negli Stati Uniti, dove insegnò sia all'università di Columbia che di Harvard e del Maine, prima di finire al MIT come professore di matematica (1932-1960).
Durante la seconda guerra mondiale fu coinvolto in importanti progetti militari, in particolare per la realizzazione di computer da utilizzare in calcoli balistici.
Le sue intuizioni su come avrebbe dovuto essere progettato un computer, unite agli studi di Turing e altri, consentirà a von Neumann di definire l'architettura necessaria per ottenere un computer d'utilizzo generico (general purpose), cioè nel quale l'hardware fosse indipendente dal programma in uso.
L'atto di nascita vero e proprio della cibernetica risale al 1945, anno in cui Wiener, assieme a von Neumann, organizzò un convegno a Princeton al quale parteciparono molti matematici, logici, fisici e ingegneri.
Dal convegnò derivò anche una terminologia comune per definire concetti come "analogico", "digitale", "bit" e "feedback".
Negli ultimi anni di vita Wiener si dedicò in particolare alla matematica, neurofisiologia e ingegneria, con un certo riguardo verso possibili riflessi di queste materie in campo medico.
In matematica diede un notevole contributo alla definizione della "teoria delle probabilità" e della "analisi delle funzioni".
Nei primi anni '40 mise a fuoco, nell'ambito della Cibernetica, due importanti concetti: il feedback e la trasmissione dell'informazione.
Il feedback (retroazione) è un principio attraverso il quale un fenomeno è in grado di autoregolare il suo output controllandone il risultato. Un esempio applicativo assai semplice e curioso riguarda lo sciacquone del bagno. Il dispositivo immette acqua nella vaschetta, ma tramite un galleggiante, viene "informato" quando la vaschetta è piena e provvede così ad arrestarne l'erogazione. Se il feedback non funzionasse...si allagherebbe la casa!
Il feedback, dunque, aggiunge "intelligenza" cognitiva, quella che manca in gran parte dei programmi, che sono realizzati per eseguire determinate funzioni, ma non hanno l'abilità d'imparare nulla di nuovo, nè tantomeno di correggere i propri errori.
A dire il vero Wiener non si occupava di sciacquoni, ma di applicazioni ben più serie.
Il suo impegno, infatti, fu orientato verso il miglioramento del puntamento delle bocche da fuoco in artiglieria contraerei, in base al ritorno di informazioni sul risultato del tiro precedente, fornito da un radar.
Questo processo di calcolo richiedeva molte operazioni in tempo reale e così Wiener si rese conto che i sistemi analogici non potevano reggere la richiesta. Occorreva utilizzare qualcosa di molto più veloce e si iniziò così a sviluppare una tecnologia digitale che sfruttava le condizioni on/off, in perfetta base binaria, impiegando valvole elettroniche.
Il meccanismo di riportare all'ingresso alcune informazioni, in modo da modificare l'azione tenendo conto dei risultati ottenuti, era un concetto completamente nuovo e venne esteso a vari campi applicativi o di studio, come i meccanismi neurofisiologici, ad esempio.
Sulle trasmissioni delle informazioni, Wiener riprese alcune idee di Claude Shannon, circa il concetto di quantità dell'informazione in presenza di rumore di fondo.
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