Biografia Michele Prospero |
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Michele Prospero insegna scienza politica e filosofia del diritto presso la Facoltà di Scienze della comunicazione dell’università di Roma “La Sapienza”. E’ autore di numerosi volumi che spaziano dalla politologia alla filosofia politico-giuridica. Due sono i suoi filoni di ricerca principali. Il primo abbraccia l’analisi dei partiti e del sistema politico italiano. A queste tematiche ha dedicato i seguenti libri: Il nuovo inizio (1990); La democrazia mediata (1993); Sistemi politici e storia (1995); Storia delle istituzioni in Italia (1998); Il fallimento del maggioritario (2001); Lo Stato in appalto (2003); La costituzione tra populismo e leaderismo (2007). In questi studi conduce una critica serrata degli approcci politologici dominanti anche in Italia, attardati all’impiego di statici modelli istituzionali e recupera la dimensione storico-culturale dei sistemi politici. Entro questa cornice attenta al dato storico-istituzionale, legge il caso italiano alla luce di nozioni legate alla lunga durata dei processi politici e sociali, critica gli effetti negativi della stagione delle riforme elettorali e costituzionali degli anni ’90 e interpreta lo stesso episodio di privatizzazione della sfera pubblica che culmina nel fenomeno Berlusconi. L’ottica prescelta è quella di un rilancio del costituzionalismo democratico incentrato sul ruolo dei partiti, della rappresentanza, dei diritti di cittadinanza. Dedicato all`analisi della comunicazione politica è il volume Il comico della politica, Ediesse, 2010.
Il secondo filone di ricerca è di carattere più prettamente teorico-filosofico. In questa ottica nascono i seguenti contributi: La politica post-classica (1986); Nostalgia della grande politica (1990); Il pensiero politico della destra (1996); Politica e vita buona (1997); La politica moderna (2001); Politica e società globale (2003); Alle origini del laico (2006); Filosofia del diritto di proprietà (2009). Il lavoro teorico ruota attorno alle grandi categorie (sovranità, rappresentanza, proprietà), alle grandi correnti culturali (liberalismo, socialismo, democrazia). Particolare attenzione presta alla maturazione di una filosofia d’impianto rigorosamente laico e attenta alle dimensioni della corporeità, del sensibile. La sua prospettiva teorica mira al recupero della centralità del lavoro, del corpo nel ripensamento delle categorie politiche postmoderne. A queste trasformazioni della società postmoderna è dedicato il libro Filosofia del diritto di proprietà (2009) e che analizza le metamorfosi della proprietà e le condizioni giuridiche del lavoro nell’età della globalizzazione.
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