Biografia Marguerite Yourcenar |
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Si chiamava Marguerite Cleenewerck de Crayencour. Nacque a Bruxelles nel 1903, fu educata in Francia e Inghilterra. Ha viaggiato molto in Italia Grecia Svizzera Europa centrale. Ha insegnato letteratura negli Stati Uniti nel 1942-1950 e nel 1952-1953. Ha vissuto dal 1950 in USA, su un'isola dell'East-Coast.
Le Opere
La produzione di Yourcenar comprende raccolte di poesie, testi teatrali, romanzi, saggi, scritti autobiografici, traduzioni (soprattutto da autori inglesi e greci). Raccolte di poesie sono Fuochi (Feux, 1936), Le carità di Alcippe (Les charités d'Alcippe, 1956-1974). Testi teatrali sono Electre o la caduta delle maschere (Electre ou la chute des masques, 1954), Il mistero di Alceste (Le mystère d'Alceste, 1963), Chi non ha il suo minotauro? (Qui n'a pas son minotaure?, 1963).
La passione per la storia, in particolare per due epoche cruciali come la Roma imperiale e il rinascimento del XVI secolo, ispira due grandi romanzi di Yourcenar: "Memorie di Hadrian" e "L'opera in nero".
Nelle Memorie di Hadrian (Mémoires d'Hadrien, 1951) si descrive la Roma del II secolo. Yourcenar fa di Hadrian-Adrianus una coscienza lucida e forte che avverte la prossima fine dell'impero e che elabora una saggezza profonda, quasi non toccata dal divenire. Protagonista è il vecchio imperatore romano Hadrian [Adrianus]. Ha 62 anni, si sente vicino alla fine, scrive una lunga lettera al giovane Marco Aurelio per raccontargli la propria vita. Evoca dapprima la giovinezza, i viaggi, le conquiste. Nonostante la gloria egli rimane lucido: sa che Roma finirà un giorno per tramontare, e tuttavia il suo senso dell'umano, ereditato dai greci, gli fa capire l'importanza di pensare e di servire fino alla fine. L'incontro con un giovane greco, Antinoo, illumina la vita dell'imperatore di una singolare passione: «non fui padrone assoluto che una sola volta e di un solo essere». Purtroppo Antinoo si uccide e Hadrian si sente solo un sopravvissuto per il quale ogni cosa ha ormai «un volto deforme». Nel conflitto tra l'uomo e l'imperatore, quest'ultimo ha il sopravvento. Hadrian si dedica al suo «mestiere» con un discernimento maggiore del fervore di altri tempi. Intanto le forze cominciano a abbandonarlo, il suo corpo non opera più in sintonia con la sua volontà. A poco a poco subentra la malattia che lo prepara alla morte. Questo imperatore che, fino all'ultimo istante sarà amato d'amore umano per aver ricondotto ogni grandezza alle dimensioni dell'uomo, conclude così la sua lettera a Marco Aurelio: «Cerchiamo di entrare nella morte ad occhi aperti...».
Ne L'opera in nero (L'oeuvre au noir, 1968) si rievoca il XVI secolo. Un secolo segnato dall'irrazionale: l'opera in nero rappresenta, in alchimia, la fase di dissoluzione della materia e, simbolicamente, il momento fondamentale in cui un essere tenta di liberarsi dei suoi pregiudizi e si mette in cerca della sua verità.
Altro tema ricorrente nell'opera di Yourcenar è quello gideiano dell'omosessualità. Già nel romanzo Alexis o il trattato della lotta vana (Alexis ou le traité du vain combat, 1929) i suoi eroi maschili sono androgini. In Pindaro (Pindare), uscito in forma di romanzo e di saggio nel 1932, ha esaltato la bellezza del corpo e il bisogno vitale di libertà. Nei Racconti orientali (Nouvelles orientales, 1938) ha intrecciato al mito una specie di erotismo sadico.
Nel romanzo Il colpo di grazia (Le coud de grâce, 1939), diventato film nel 1976 con la regia di V. Schloendorff, protagonisti sono alcuni esponenti del ceto aristocratico in declino, minacciato dall'avanzata bolscevica nei paesi baltici.
Il romanzo Danaro di sogno (Denier du rêve, 1934), riscritto più volte e ripubblicato nel 1959 e nel 1971, esemplifica il modo di lavorare di Yourcenar, incline a tormentare le proprie opere al fine di elaborare una forma di quasi fredda classicità.
Nell'opera di Yourcenar l'autobiografia viene fortemente trasfigurata. Nella trilogia Il labirinto del mondo (Le labyrinthe du monde), suddivisa in: Pii ricordi (Souvenirs pieux, 1974), Archivi del Nord (Archives du Nord, 1977), Che cosa l'eternità (Quoi l'éternité, 1980), rievoca la storia della propria famiglia, ma solo per inserirla nella storia del secolo.
Notevoli anche i suoi testi saggistici: "Con beneficio d'inventario" (Sous bénéfice d'inventaire, 1962) raccoglie ricordi, prefazioni, saggi dedicati a Piranesi, Thomas Mann ecc. "Pindaro" (1932), "Presentazione critica di Kavafis" (Présentation critique de Cavafy, 1958), "Mishima o la visione del vuoto" (Mishima ou la vision du vide, 1980).
Da Anteanti
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