Biografia Ludovic Halévy |
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Ludovic Halévy, noto commediografo e librettista francese, nacque il 1°
gennaio del 1834 a Parigi. Apparteneva a una grande famiglia di artisti e
letterati: era il figlio di Léon (1802-1883), scrittore e poeta, a sua volta
fratello di Jacques-Fromental (1799-1862), noto compositore d’opera, allievo
prediletto del grande musicista fiorentino Luigi Cherubini a Parigi. A diciotto
anni entrò a far parte dell’Amministrazione francese, da cui si dimise nel 1865
per dedicarsi completamente alla scrittura. Halévy divenne noto per i suoi
“vaudevilles”, le sue farse e le sue commedie, opere di intrattenimento leggero
che - dietro l’apparenza scanzonata e il tono irriverente - erano ricche di
perspicace satira di costume e di discreto approfondimento psicologico: “Fanny”
(1868), “Frou Frou” (1869), “Tricoche e Cacolet” (1871), “Il veglione (Le
réveillon)” (1872), “La piccola marchesa (La petite marquise)” (1874) e “La
cicala (La cigale)” (1877). Con l’autore drammatico Henri Meilhac (1831-1897)
iniziò nel 1861 una collaborazione che durò circa venti anni, scrivendo numerose
opere buffe e operette, musicate per la maggior parte dal musicista tedesco
naturalizzato francese Jacques Offenbach (1819-1880), divenute a quel tempo
molto popolari. Halévy aveva già partecipato alla stesura del libretto
dell’operetta “Orfeo all’inferno (Orphée au enfers)” (1858) di Offenbach, una
parodia musicale che aveva avuto grande successo. Tra i testi scritti insieme a
Meilhac, sono degni di nota: “La bella Elena (La belle Hèléne)” (1864), “La
Périchole” (1864), “Barbablù (Barbe-Bleu)” (1866), “La vita parigina (La vie
parisienne)” (1866), “La granduchessa di Gérolstein (La grande duchesse de
Gérolstein)” (1867), “I briganti (Les brigands)” (1869), e “Il piccolo duca (Le
petit duc)” (1878). Scrisse anche libretti d’opera, tra i quali quello della
“Carmen”, musicata da Georges Bizet (1838-1875) e divenuta nonostante le dure
critiche iniziali una delle opere liriche più popolari nel mondo. Nell’ultimo
periodo Halévy ritornò alle narrazioni umoristiche della fase giovanile
scrivendo testi satirici, novelle e romanzi, il più noto dei quali è “L’abate
Constantin (L’abbé Constantin)” (1882). Scrisse anche divertenti quadri
narrativi, definiti «scene di vita parigina», riguardanti la famiglia Cardinal
(appartenente alla piccola ottusa borghesia parigina, durante i primi anni della
Terza Repubblica), che furono raccolti nei volumi “Signora e signor Cardinal
(Madam et monsieur Cardinal” (1873) e “I piccoli Cardinal (Le petites Cardinal)”
(1880). Nel 1884 fu nominato Accademico di Francia. L’ultimo suo romanzo è
“Kari Kari” del 1892. Morì a Parigi l’8 maggio del 1908, dopo un lungo periodo
di silenzio letterario, nonostante mantenesse una certa visibilità
all’Accademia, al Conservatorio e alla Comédie-Française.
Di Silvia Iannello
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