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Biografia Laszlo Krasznahorkai
Laszlo Krasznahorkai
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László Krasznahorkai, nato a Gyula il 5 gennaio 1954, è uno degli scrittori ungheresi contemporanei più celebri e innovativi. Dopo aver iniziato gli studi di Giurisprudenza all'Università di Szeged, ha proseguito presso l'Università di Budapest, dove ha conseguito anche una laurea in Lingua e Letteratura ungherese. Krasznahorkai è noto per il suo stile narrativo complesso e le frasi lunghe e ipnotiche che evocano atmosfere di desolazione e tensione spirituale.

Ha viaggiato in numerosi paesi, tra cui Cina e Giappone, esperienze che hanno profondamente influenzato la sua scrittura, rendendola permeata da un senso di alienazione e ricerca mistica. Queste influenze si riflettono in molti suoi romanzi, come A nord la montagna, a sud il lago, a ovest la strada, a est il fiume, un'opera in cui esplora il rapporto tra l'uomo e la natura in una continua ricerca di significato. Un’altra delle sue opere più conosciute è Seiobo è discesa sulla Terra, un affascinante intreccio di storie che attraversano epoche e culture diverse, riflettendo la sua visione dell'arte come mezzo per raggiungere il sublime.

Molti dei suoi romanzi sono stati adattati per il cinema, in particolare dal regista ungherese Béla Tarr, con cui ha collaborato per diversi film, tra cui Satantango, tratto dall'omonimo romanzo e considerato un capolavoro del cinema d'autore. Krasznahorkai ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali, tra cui il prestigioso Man Booker International Prize nel 2015 e il Premio Austriaco per la Letteratura Europea nel 2021, che hanno consolidato la sua fama a livello mondiale.

Il ritorno del Barone Wenckheim (Bompiani, tradotto da Dóra Várnai) rappresenta il capitolo finale della quadrilogia di László Krasznahorkai, iniziata con Satantango nel 1985 e proseguita con Melancolia della resistenza e Guerra & Guerra. Sebbene venga spesso definita una quadrilogia, Krasznahorkai chiarisce nell'intervista che considera questi quattro romanzi come tentativi falliti di riscrivere lo stesso libro, un'impresa che chiama "Sconfitta". L'autore riflette amaramente sul suo lavoro, confessando che ogni tentativo è stato un insoddisfacente tentativo di riscatto.

Krasznahorkai è uno degli scrittori più affascinanti della letteratura contemporanea ungherese ed europea, celebre per il suo stile narrativo ipnotico e il lungo periodare, con cui esplora la condizione umana in ambienti desolati e cupi. Sebbene non si occupi direttamente di politica, egli considera la storia un “sottofondo” inevitabile che influenza la vita dei suoi personaggi, lasciando trasparire la pesante ombra della politica e della storia ungherese senza mai menzionare eventi specifici. La sua visione, però, è critica e distante: Krasznahorkai trova infatti ripugnante la politica, poiché si concentra esclusivamente sugli interessi personali, trascurando la complessità dell'esistenza umana.

Nel suo romanzo, Krasznahorkai segue le storie parallele del Barone, tornato in Ungheria dopo un esilio poco glorioso in America Latina, e di un Professore che abbandona la sua ascesi spirituale per rientrare nella realtà. Entrambi i personaggi sono tormentati dal concetto di Dio e dalla lotta esistenziale per comprendere l’Essere, elementi che rimandano alla tradizione di Dostoevskij. L'autore ammette che anche Malcolm Lowry, con il suo Sotto il vulcano, ha influenzato il suo approccio all'eroico e al tragico, contribuendo a plasmare il suo rapporto con la scrittura e la rappresentazione della follia e dell'ossessione.

Krasznahorkai è noto per le sue frasi-fiume, uno stile che considera una reazione all'imposizione di scrivere frasi brevi e concise, che percepisce come innaturali e inadatte per trasmettere emozioni profonde. In ogni romanzo, si affida a lunghe frasi musicali, attraverso le quali lancia un avvertimento sull'arrivo della fine del mondo, troppo grave per essere espresso in termini concisi.

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