Biografia Joris-Karl Huysmans |
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Joris-Karl Huysmans, scrittore di origini olandesi (cambiò il nome francese di Charles M. George con quello olandese di Joris-Karl), nacque il 5 febbraio 1848 a Parigi, unico erede di una dinastia di pittori-miniaturisti fiamminghi, e dopo una giovinezza umiliante e misera - la madre rimasta vedova nel 1856 aveva sposato un uomo d’affari e scelto per Joris-Karl il collegio - condusse una vita intima e ritirata, lavorando come amministratore statale presso il Ministero degli Interni sino alla pensione, ritirandosi poi in un convento benedettino e convertendosi infine al Cattolicesimo. Morì per un cancro, dopo lunghe sofferenze, il 12 maggio 1907. Fu il primo presidente dell’Accademia Goncourt, che ogni anno in Francia assegna il più importante premio letterario.
Huysmans ebbe un primo periodo naturalista accanto a Emile Zola, durante il quale pubblicò: “Marta, storia di una fanciulla (Marthe, histoire d’une fille)” (1876) che raccontava in modo autobiografico la sua relazione con una «soubrette» e descriveva il mondo abietto della prostituzione; “Le sorelle Vatard (Les soeurs Vatard)” (1879), ambientato invece nel mondo degli operai; e “In coppia (En mènage)” (1881), storia della precoce fine di un matrimonio che obbliga il protagonista a una triste vita da scapolo. Nel 1880 aveva partecipato con un suo racconto alla raccolta collettiva “Le serate di Médan (Le soirèes de Médan)” degli scrittori del “Gruppo Médan” (che facevano capo a Zola, incontrandosi nella sua residenza di campagna a Médan), la quale costituì il vero e proprio manifesto del Naturalismo. Huysmans ebbe poi un’evoluzione estetizzante e si avvicinò a Charles Baudelaire e al Simbolismo, come risulta evidente dalle opere successive: “Alla deriva (A vau-l’eau)” (1882), in cui ritorna la tragicomica vita dello scapolo Folantin tra pensioni e trattorie, e “A ritroso (A’ rebours)” (1884) che Carlo Bo definì «il manuale del perfetto decadente», in cui il protagonista Jean Des Esseintes, un neurotico aristocratico stanco della vita e sdegnato dal doloroso spettacolo della miseria spirituale e della mediocrità umana, si ritira in un morboso ambiente fittizio (fatto di profumi preziosi, piante rarefatte e ricerca estenuante ed estenuata di una bellezza artificiosa e manipolata) e si astrae dalla realtà, perdendo il contatto col mondo e finendo infine travolto dalla psicosi. Nello stesso periodo, Huysmans e altri letterati (tra i quali de Maupassant, Flaubert e de Goncourt) proclamarono col “manifesto dei cinque” la fine del Naturalismo e l’inizio della corrente artistico-letteraria del Decadentismo (a lui guardò Gabriele D’Annunzio per la scrittura del suo romanzo “Il piacere”).
Negli anni successivi, lo scrittore fu preda di una profonda crisi mistica che lo avvicinò al mondo del Cattolicesimo (la sua religiosità era però intrisa di occultismo esoterico e di satanismo) e gli ispirò una serie di romanzi in cui il protagonista autobiografico è Durtal, che vive una conversione e sceglie il monastero: “Laggiù (Là-bas)” (1981), “In cammino (En route)” (1895), “La cattedrale (La cathédrale)” (1898) e “L’oblato (L’oblat)” (1903). Fu anche un moderno critico d’arte e tra i primi ad appoggiare la pittura impressionista; scrisse “L’arte moderna (L’art moderne)” (1883) e “Qualcuno (Certains)” (1889), una raccolta di biografie di artisti contemporanei. Uomo in crisi e alla ricerca di un’impossibile felicità, Huysmans fu un pessimista a cavallo tra il solido realismo dell’Ottocento e le moderne inquietudini del Novecento.
A cura di Silvia Iannello
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