Biografia Johan Huizinga |
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Johan Huizinga nacque nel 1872 in Olanda, a Gröningen; già a scuola si appassionò alla storia ma i suoi primi studi furono di linguistica: apprese l'ebraico, l'arabo, storia della linguistica; a Lipsia frequentò lezioni di lituano, sanscrito e irlandese antico. Nel 1897, di ritorno a Groningen, discusse la tesi di dottorato sul giullare di corte nel teatro sanscrito. Da questa data e per otto anni insegnò storia presso la scuola media di Haarlem pur pubblicando contemporaneamente articoli di letteratura e religione indiana. Nel 1903 divenne lettore di cultura e letteratura indiana antica all'Università di Amsterdam, intanto i suoi studi prendevano un nuovo corso incentrandosi sulle origini di Haarlem e tra i suoi interessi si affacciava una nuova e prepotente passione per la pittura. Nel 1905, nominato finalmente professore di storia all'università di Gröningen, scelse come argomento della lezione inaugurale l'elemento estetico delle rappresentazioni storiche, dove la comprensione della storia viene definita come una evocazione di immagini. Come sottolinea Haskell (1996), fu fondamentale per Huizinga, come per altri storici tra cui Max Friedlander, la mostra Les Primitifs flamands et l'Art ancien tenutasi a Bruges nel 1902; sembrò allora di poter rileggere la storia sotto un'altra luce e, scrive Huizinga, di considerare «il tardo medioevo non come un preannunzio di ciò che verrà, ma come l'estinguersi di ciò che se ne va». Fu soprattutto l'arte di Van Eyck a indurlo a riconsiderare la civiltà del rinascimento fiammingo e queste teorie vennero esposte nel saggio L'arte dei Van Eyck nella vita del loro tempo pubblicato nel 1916 e incorporato nel 1919 ne L'Autunno del Medioevo, originariamente intitolato Nello specchio di Van Eyck. Nel saggio rifiutava la netta linea di demarcazione tracciata da Burckhardttra rinascimento e medioevo e partiva dallo stile dei Van Eyck considerandolo il compiuto sviluppo dello spirito del tardo medioevo: il cosiddetto realismo altro non era che una cura del dettaglio tale da porre tutto sullo stesso piano, misticismo e materialismo, sacro e profano erano ridotti ad un sistema di rigide futilità tipico delle culture in declino.
Il carattere innovativo del metodo di Huizinga risiede soprattutto nel valore e nel peso dato alle immagini all'interno dell'indagine storica, sia nel suo studio più noto che nel successivo La civiltà olandese del Seicento; questo valore è affermato più volte dallo stesso autore là dove scrive: «La nostra capacità di percepire i tempi passati, il nostro organo storico, per così dire, diventa sempre più marcatamente visivo» (Haskell 1966: 423).
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