Biografia James Joyce |
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James Joyce nasce il 2 febbraio 1882 nell’elegante sobborgo di Rathgar, a Dublino, in una famiglia benestante e profondamente cattolica; è il maggiore di dodici fratelli (due moriranno di febbre tifoide). Il padre, John Stanislaus Joyce, aveva ereditato una miniera di calce e sale e la sua figura ebbe una forte influenza su James Joyce, il quale dichiarerà che l’Ulisse “è il suo ritratto sputato” La madre, Mary Jane Murray, era figlia di un commerciante di vini. Nel 1887 John Joyce viene nominato esattore delle tasse dalla Dublin Corporation e la famiglia si trasferisce nella piccola città di Bray, a diciannove chilometri da Dublino.
Molte delle paure che Joyce ebbe da adulto, hanno origine in eppisodi vissuti da bambino: la sua cinofobia nasce dal fatto che una volta fu morso da un cane; La sua paura dei temporali deriva dal fatto che una volta una zia molto religiosa gli disse che erano un segno dell’ira di Dio.
Nel 1890 uno scandalo privato legato ad un divorzio coinvolge Charles Stewart Parnell, leader della Home Rule Confederation (il partito autonomista irlandese). Sconvolti dallo scandalo, il braccio destro di Parnell Timothy Healy, e tutti i crdenti cattolici abbandonano il partito causandone il crollo. Alla morte di Parnell (l’anno seguente) John Joyce, autonomista convinto, si adirò molto, poichè vedeva l’autonomia irlandese sempre più lontana. È sicuramente da cercare nel clima che si respirava in famiglia in seguito a questo avvenimento l’origine dell’ispirazione di Joyce, che a soli nove anni scrive un pamphlet in versi dal titolo Et tu Healy (1891) in cu Healy viene paragonato a Bruto che pugnala Cesare. Quest’opera, verosimilmente la prima di Joyce, verrà pubblicata a spese del padre che ne spedirà una copia anche alla Biblioteca Vaticana. Tutte le copie sono andate perdute.
Nel novembre 1891 John Joyce è segnato sulla Stubbs Gazette (il registro ufficiale delle bancarotte) e viene sospeso dal lavoro. In quel periodo Joyce frequentava (dal 1888) il prestigioso Congowes College, ma dopo la bancarotta il padre non riuscì più a pagare la retta. Così Joyce comincia a studiare prima in casa, poi brevemente alla Christian Brother School fino a quando,nell’aprile 1893, grazie ai suoi ottimi voti, viene accolto gratuitamente al Belvedere College di Dublino, un collegio gesuita in cui in molti hanno speranza che decida di ventare sacerdote. Il sedicenne Joyce, però, grazie alle molteplici ed eterogenee letture, ha già un carattere anticonformista e rifiuta il cattolicesimo, anche se la filosofia di San Tommaso d'Aquino ebbe una forte influenza sulla sua vita. Al Belvedere College ottiene ottimi risultati e vince più di una competizione accademica.
Il declino della famiglia, cominciato nel 1891, si accentuò nel 1893, quando John Joyce fu licenziato e, per pagare un debito, fu costretto a vendere le sue proprietà a Cork. Questi eventi, sommati all’alcolismo di John e alla cattiva gestione delle finanze portarono al tracollo della famiglia.
Nel 1898 Joyce si iscrive all’University College di Dublino dove studiò lingue moderne, in particolare inglese, francese e italiano. Ben presto manifesta il suo carattere anticonformista rifiutando di sottoscrivere una protesta contro La contessa Cathleen, un dramma di Yeats, per alcuni diffamatorio nei confronti dell’Irlanda. Joyce faceva parte della Literary and Historical Society, un circolo in cui gli studenti erano liberi di leggere ed esprimere le proprie opinioni su temi storici e letterari. In una riunione uno studente lesse uno scritto contro Ibsen, un autore al tempo considerato immorale. Il 20 gennaio 1900, in risposta alla provocazione dello studente, Joyce tiene un discorso pubblico sul tema Teatro e vita proponendo Ibsen come modello di riferimento. Ibsen fu un autore che rappresentò un’importante scoperta per Joyce. Qualche tempo dopo pubblica sulla rivista letteraria Fortinghtly Review una recensione del dramma Quando noi morti ci destiamo di Ibsen, per la quale ricevette una lettera di ringraziamento dal drammaturgo norvegese. Con la retribuzione del’articolo Joyce e suo padre riuscirono ad andare a Londra e tornare in Irlanda. Joyce si trasferisce a Mullingar, dove comincia la traduzione di alcune opere del drammaturgo tedesco Gerhart Hauptmann con la speranza che l’Irish Literary Theatre accettasse di rappresentarle, ma la proposta viene rifiutata perché Gerhart Hauptmann non è un drammaturgo irlandese. E da quest’esperienza che trae ispirazione per scrivere il pamphlet Il giorno del Volgo, denuncia del provincialismo della cultura irlandese.
Negli anni dell’università (1898-1902) scrive altri articoli e almeno due commedie, tutti andati persi. Sono anche gli anni delle prime sperimentazioni letterarie a cui Joyce stesso diede il nome di epifanie, che ritroveremo poi in Gente di Dublino. Il 31 ottobre 1902 Joyce consegue la laurea. I quattro anni passati all’University College saranno di ispirazione per varie opere, tanto che alcuni compagni si riconosceranno in esse.
Alla fine del novembre dello stesso anno si trasferisce a Parigi per studiare medicina alla Sorbona con l’idea di diventare un medico-scrittore, ma nonostante collabori con il Daily Express di Dublino scrivendo recensioni letterarie, vive in povertà e spende tutti i soldi che la famiglia può permettersi di mandargli. A Parigi fa un’importante scoperta: in una stazione ferroviaria trova casualmente il romanzo Les lauriers son coupées di Emile Dujardin in cui si fa uso della tecnica del monologo interiore: sarà la tecnica che Joyce userà nelle sue opere.
Era a Parigi da quattro mesi quando si scopre che la cirrosi epatica diagnosticata alla madre era in realtà un cancro, e nell'aprile del 1903 Joyce torna in Irlanda. Mary Jane, preoccupata per l’empietà del figlio, cerca di convincerlo a confessarsi e fare la comunione, ma senza successo. Il 13 agosto, dopo essere entrata in coma, muore; Joyce rifiuterà di inginocchiarsi per pregare al capezzale della madre con gli altri membri della famiglia. Dopo la morte della madre la situazione familiare peggiora ulteriormente: James riesce a racimolare qualcosa scrivendo recensioni per il Daily Express (ne scriverà una trentina), insegnando privatamente e cantando; aveva infatti ereditato dal padre un timbro di voce da tenore ed era apprezzato al punto che pensò di dedicarsi al canto come attività principale. Nel 1904 vince la medaglia di bronzo al Feis Ceoil (un festival musicale).
Il 1904 è l’anno decisivo per la vita di Joyce. Il 7 gennaio 1904 la rivista Dana rifiuta il Ritratto dell’artista da giovane, quindi Joyce lo riscrive trasformandolo in un romanzo che si intitolerà Stefano eroe. Questi due lavori diventano il nucleo di Ritratto dell'artista da giovane (1916). Nello stesso anno, in Nassau Street, incontra Nora Barnacle, una giovane cameriera di Galway che diventerà la sua compagna per tutta la vita. La data del loro primo appuntamento,16 giugno 1904,è la medesima del giorno in cui si svolgono le vicnede narrate nell'Ulisse.
A metà dell’estate del 1904 Joyce scrive i versi che faranno parte della raccolta di poesie Musica da camera e la rivista The Irish Homestead pubblica Le sorelle, un racconto che verrà poi incluso in Gente di Dublino firmato con lo pseudonimo "Stephen Dedalus". Nel mesi successivi pubblicherà anche Eveline e Dopo la gara.
Una sera, mentre torna a casa ubriaco come spesso gli accadeva, si lascia coinvolgere in una rissa a Phoenix Park scatenata da un malinteso, dopo la quale viene medicato da Alfred H. Hunter, una conoscenza di suo padre e da Oliver St John Gogarty, un amico studente di medicina. Questi due uomini avranno una certa importanza nella vita di Joyce. Infatti Hunter, che era vittima di pettegolezzi perché era ebreo ed aveva una moglie infedele, diventa Leopold Bloom, il protagonista dell’dell’Ulisse, e Gogarty diventa Buck Mulligan, altro personaggio del romanzo. Inoltre il primo capitolo dell’Ulisse si svolge in una Torre Martello, l’abitazione di Gogarty a Sandycove.
Joyce soggiorna nella Torre Martello di Gogarty, in "convalescienza" per sei giorni. Una notte Gogarty, coinvolto in una lite, spara a dei tegami sopra al letto di Joyce[10], il quale, spaventato, raggiunge la notte stessa la famiglia a Dublino, e manda, il giorno dopo, un amico a recuperare il suo baule alla Torre. Tre settimane dopo, il 3 ottobre 1904 Joyce e Nora cominciano l’esilio autoimposto che li terrà lontani dall’Irlanda per gli anni seguenti.
Prima di partire per l'esilio nel continente con Nora Joyce scrisse The Holy Office, un’altra opera molto polemica che viene rifiutata dal giornale universitario e quindi pubblicata a spese di Joyce.
L'opera
Joyce è erede di scrittori come Flaubert, per il tema dell'inetto, che lo avvicina a Svevo, di James e Conrad per l'analisi psicologica , ma anche d'Annunzio esercita su di lui una certa influenza per il continuo mescolarsi di lingua poetica a narrazione, oltre ad essere debitore a Dorothy Richardson per l'uso di tecniche quali lo "stream of consciousness" (flusso di coscienza).
Ne deriva una profonda sperimentazione e ricerca conoscitiva, cercando più stretti nessi tra lingua, coscienza e inconscio. Nei "Dubliners" (Gente di Dublino) è presente una struttura realistica, continuamente messa in crisi dall'uso di simboli ed archetipi ricorrenti e soprattutto dalla tecnica dell'epifania, cioè dell'improvvisa folgorazione in cui l'essere capta le zone del profondo sia dentro la coscienza, sia nella realtà oggettiva.
La sua opera più nota - l'Ulisse (Ulysses) - porta al culmine tale poetica, provocando una rivoluzione espressiva: ogni distinzione tra interno ed esterno è abolita, la narrazione tende a fondere il dato percepito e la sua elaborazione mentale. Narratore e lettore si insediano nella coscienza dei personaggi, osservandone il fluire tra pensiero, sentimenti ed eventi. Ne consegue la dissoluzione dell'impianto narrativo tradizionale, in quanto è impossibile costituire un ordine ed una trama, nonché una unità psicologica dei personaggi.
J.Joyce
La scrittura narrativa è una registrazione del caos di voci, gesti, oggetti, sensazioni, eventi, che animano continuamente la dimensione quotidiana di chiunque e la sua stessa percezione, in cui si intrecciano momenti consapevoli ad altri inconsci.
A tratti, la narrazione procede per nessi analogici, mimando lo svolgersi del pensiero inconscio.
Con l'Ulisse Joyce ha scritto una sorta di anti-romanzo, che rimane l'archetipo di ogni tipo di sperimentazione nella scrittura, e come tale ha avuto anche il suo influsso in Italia, soprattutto negli anni Sessanta, al tempo della neoavanguardia.
Joyce trascorse gli ultimi anni di vita tra viaggi e l’intenso lavoro a cui lo obbliga la stesura di Finnegans Wake. Le dure critiche al romanzo e l'invasione nazista di Parigi accentuarono la depressione di Joyce, che alla fine del 1940 si trasferisce a Zurigo, dove l’11 gennaio viene operato per un’ulcera duodenale. Il giorno dopo entra in coma e muore alle due di mattina del 13 gennaio 1941. Il suo corpo venne cremato e le sue ceneri si trovano al Cimitero di Fluntern, come quelle di Nora, morta nel 1951, e di suo figlio Giorgio, morto nel 1976. Lucia morirà nel 1982 nel St. Andrews Hospital a Northampton, in Inghilterra, dove trascorse gran parte della sua vita.
Da wikipedia
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