Biografia Gottfried Keller |
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Nasce a Zurigo il 19 luglio 1819, il padre era Rudolf Keller, un tornitore idealista e filantropo, di grande coerenza morale e di idee politiche molto avanzate; morì quando lo scrittore aveva cinque anni. La madre era Elisabeth Scheuchzer, donna rigorosa ed economa che impartisce al figlio un educazione puritana molto rigida. Nel 1822 nasce la sorella Regula. Dalla morte del padre la famiglia visse in regime di ristrettezze economiche, la madre si sposò nuovamente, per poi divorziare nel 1834: questo evento lasciò una traccia profonda nel giovane Keller.
Keller trascorre la giovinezza tra povertà ed emarginazione. Spirito ribelle, nel 1833 si iscrive alla scuola professionale del Cantone ma dopo solo un anno viene espulso con l'accusa di aver istigato una sommossa degli studenti. L'accusa, che si rivelerà ingiusta, accresce in lui il carattere scontroso e lo spinge ad abbandonare gli studi in favore della pittura. Prende lezioni dal paesaggista Peter Steiger prima, e del tedesco Rudolf Mayer poi, con esiti modesti ed imponendo alla famiglia sacrifici per il mantenimento, fino al 1838, anno in cui Mayer impazzisce e Gottfied inizia a scrivere le sue prime liriche.
Nel 1840 grazie ad un piccolo lascito, intraprende un viaggio a Monaco: fu un periodo scapigliato in cui l'artista fu soppresso dai debiti e costretto a chiedere costantemente denaro alla madre. Due anni dopo, non avendo conseguito risultati per lui apprezzabili, decise di rientrare a Zurigo e diventare scrittore. Fu un momento di depressione e crisi, che traspare nella prima stesura del romanzo autobiografico "Enrico il verde" ("Die grune Heinrich") che diverrà la sua opera più conosciuta. Gli anni quaranta furono un periodo di lotte politiche progressiste (per poi assestarsi su posizioni liberali) ed amori infelici (Luise Rieder, Johanna Kapp e Betty Tendering). Nel 1848 le autorità cantonali gli conferiscono un primo sussidio che gli permette di recarsi ad Heidelberg, dove conosce il filosofo Feuerbach, in lui avviene una vera e propria rivoluzione che lo porta alla conversione religiosa.
I primi anni cinquanta, grazie ad un secondo sussidio che gli permise il trasferimento a Berlino, furono i più prolifici dal punto di vista letterario, soprattutto per la produzione prosastica. Nascono gli abbozzi per "Sette leggende" ("Sieben Legenden"), "Epigramma" ("Das Sinngedicht") e le "Novelle zurighesi" ("Züricher Novellen"). Nel 1851 l'editore Wierveg pubblica le "Nuove Poesie" ("Neuere Gedichte"). Rientra a Zurigo nel 1855, dove, ancora mantenuto dalla famiglia, continuerà l'attività di scrittore e manterrà i contatti con diverse personalità intellettuali dell'epoca (Wagner, Heise, Semper). Nel 1856, esce il primo volume della "Gente di Seldwyla", contente il racconto che molti considerano il suo capolavoro: "Romeo e Giulietta nel villaggio" ("Romeo und Julia auf dem Dorfe").
Il 14 settembre 1861 viene nominato primo cancelliere della città di Zurigo, nonostante alcune opposizioni interne. Dopo anni di disagi raggiunse finalmente prestigio e sicurezza economica, ricoprirà il suo incarico in maniera esemplare fino al 1876 quando decide di dimettersi. Muoiono la madre (1864) e la sorella (1888), che aveva gestito il patrimonio familiare con molta parsimonia.
Ormai la sua figura viene riconosciuta ed apprezzata come dimostrano i festeggiamenti in pompa magna per il suo cinquantesimo e settantesimo compleanno e la laurea honoris causa in filosofia conferitagli dall'università di Zurigo nel 1869. Muore il 15 luglio 1890, gli vengono tributati funerali solenni.
Tratto da Wikipedia
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