Biografia Giuseppe Lombardo |
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Giuseppe Lombardo Radice nacque a Catania nel 1879 e morì a Cortina d?Ampezzo nel 1939. Laureatosi in filosofia all?Università di Pisa, fu prima insegnante nelle scuole medie, quindi insegnò pedagogia all?Università di Catania (1911 ? 1922). Fu incaricato da Gentile, allora ministro della Pubblica Istruzione, alla Direzione generale della scuola elementare tra il 1922 e il 1924, dove preparò i programmi per la scuola primaria. Dal 1924 al 1928 insegnò pedagogia presso l?Istituto superiore di magistero di Roma.
Quando il regime fascista rivelò apertamente la sua natura totalitaria (si veda il delitto Matteotti nel 1924) il pedagogo catanese abbandonò la collaborazione con il governo subendo un periodo di emarginazione per la sua dirittura ed inflessibilità al servizio esclusivo della libertà e della verità. Il dissenso politico con il fascismo lo indusse a ritirarsi dalla politica attiva per rivolgersi all?insegnamento e alla diffusione di un nuovo indirizzo pedagogico con la rivista ?L?educazione nazionale?.
Lombardo Radice coltivò gli studi filosofici avendo una forte attrazione per la concezione del Vico. Venuto a contatto con il Gentile si convinse ancor più della necessità di una ripresa dell?idealismo a scapito dell?imperante positivismo. Il suo pensiero, influenzato dal neoidealismo gentiliano, insiste molto sul concetto di un autosviluppo spontaneo dell?allievo.
La scuola, in Italia, seguiva un proprio percorso, lontana dalle discettazioni accademiche dei teorici il cui messaggio raramente raggiungeva quelli che erano i protagonisti dell?insegnamento: i maestri. Al Lombardo Radice spetta il merito di aver rivalutato questa figura ponendola al centro del percorso pedagogico. La sua pedagogia ?pratica? era infatti diretta a quei maestri elementari che facevano le loro umili esperienze in scuole periferiche o di campagna dove più vivo era il rapporto con gli allievi. Il maestro che applicava esclusivamente i programmi ministeriali opprimendo gli alunni per tutta la durata della sua lezione non faceva parte dell?insegnamento pedagogico del Radice. Viceversa il maestro incontra soprattutto le anime degli allievi che nella scuola portano la loro esperienza di vita. La lezione non deve certamente essere eliminata ma richiede la collaborazione degli alunni. Si dialoga, si discorre, i ragazzi imparano a comunicare, se essi in strada o a casa parlano il dialetto, il maestro non deve impedirglielo in classe facendo sì che progressivamente si passi dal dialetto alla lingua.
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