Biografia Francesco De martino |
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Era nato il 31 maggio del 1907. Aveva 95 anni. Nel 1991 Francesco Cossiga lo aveva nominato senatore a vita. Con lui scompare l'ultimo leader storico del Partito Socialista italiano.
La sua lunga vicenda politica comincia durante la guerra, quando è già professore universitario di storia del diritto romano. Ed è lo stesso cammino dei tanti che parteciparono alla Resistenza nel Partito d'Azione (come Emilio Lussu, Riccardo Lombardi, Vittorio Foa) e che poi aderirono al Partito Socialista Italiano.
Il leader socialista Pietro Nenni lo vorrebbe suo vice già dopo la morte di Rodolfo Morandi, nel 1955, ma alla fine gli viene preferito Sandro Pertini per la più lunga militanza antifascista. Così, per arrivare a quella carica, De Martino deve aspettare altri quattro anni. Nel 1957, dopo il congresso di Venezia che vede Nenni soccombere e riconquistare a fatica la guida con il compromesso di una segreteria collettiva, entra a pieno titolo nel vertice del partito con Guido Mazzali, Lelio Basso e Tullio Vecchietti. Poi, quando Nenni (nel 1959) riconquista il Psi al congresso di Napoli, diventa finalmente il numero due.
Ma stanno per cambiare gli equilibri politici nazionali, e quando i socialisti entrano a far parte del primo governo di centro-sinistra, con Nenni che assume l'incarico di vice presidente del Consiglio nel primo governo Moro ( è il dicembre del "63), De Martino diventa segretario.
E' una fase delicatissima nella vita del partito, e tocca a lui gestire la scissione della sinistra di Tullio Vecchietti, Dario Valori e Lelio Basso. E' sempre lui a governare la riunificazione Psi-Psdi del '66, quando diventa cosegretario, assieme a Mario Tanassi, del Psu, il partito "della bicicletta", come venivano indicati i due simboli appaiati.
Nel '68 perde il congresso del Psu, e cede il posto a Mauro Ferri. Ma in quel momento comincia l'esperienza di governo, con l'incarico di vice presidente del Consiglio del primo governo Rumor, lo stesso che ricoprirà altre due volte nei tre anni successivi.
Intanto una nuova scissione manda in frantumi il sogno della riunificazione socialista: nel 1969 Ferri va con i socialdemocratici. Due anni dopo De Martino torna al vertice del Psi: viene nominato presidente del partito, e con lui passa un documento che propone una "convergenza" con il Pci. Un anno dopo l'elezione di Giovanni Leone al Quirinale (De Martino venne votato da tutta la sinistra), torna ad essere il segretario. In quella circostanza viene eletto anche un ufficio di segreteria, e fra i nuovi vice c'è un giovane dirigente autonomista di Milano: il suo nome è Bettino Craxi.
Nel 1973 De Martino riporta i socialisti al governo dopo la fase centrista del governo Andreotti-Malagodi e sono quelli anni convulsi e contraddittori, segnati da riforme storiche, come l'introduzione del divorzio, ma anche dalla cappa plumbea del terrorismo. Intanto a sinistra il Pci avanza. Nel '75 la sinistra ottiene una strepitosa vittoria alle elezioni amministrative, e nel 1976 lo spostamento a sinistra si conferma alle politiche. Ma per il Psi il voto del 20 giugno è una debacle: il partito precipita sotto il 10 per cento, e meno di un mese dopo, all'Hotel Midas di Roma, i giovani colonnelli del Psi spingono De Martino alle dimissioni. Al suo posto viene eletto Bettino Craxi.
E' però l'aprile del 1977 il mese più terribile della sua lunga vita. Suo figlio Guido viene rapito, e dopo dieci giorni di paura viene rilasciato. E' un sequestro che rimarrà per molti versi misterioso, e che comunque segna la sua uscita di scena dalle prime file della politica nazionale.
Negli ultimi anni, però, Francesco De Martino non si lesinerà nel predicare alla sinistra italiana l'unità e, insieme, il rinnovamento. Fino a dire, sul finire della sua vita, che "servirebbe non proprio un nuovo Marx, almeno qualcuno che si impegni ad affrontare un po' meno superficialmente categorie che oggi vanno per la maggiore". Come, per esempio, la globalizzazione.
La morte di De Martino ha suscitato grande cordoglio nel mondo politico. Nella villa di via Aniello Falcone, dove il senatore a vita abitava, si sono susseguite le visite di autorità ed esponenti della cultura. La camera ardente sarà allestita domani nell'aula Magna dell' Università Federico II.
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