Biografia Eschilo |
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Eschilo nacque da famiglia aristocratica nel 525-24 a C. ad Eleusi, cittadina dell’Attica satellite di Atene.
La sua adolescenza fu segnata dai tragici, ma al contempo grandiosi, avvenimenti che sconvolsero la vita di tutta la cittadinanza ateniese: la tirannia di Ippia ultimo dei pisistradi era caduta nel 510, nel 508 Clistene presentò alla cittadinanza la sua riforma che introdusse nella città la democrazia, dal 490 datano invece i tentativi persiani di sottomettere le città stato della Grecia, un lasso di tempo di oltre 10 anni in cui alla fine e con sforzi titanici i lillipuziani Greci sconfissero definitivamente la smisurata Persia. Troppo giovane per prendere parte ai primi avvenimenti, sappiamo con certezza che non solo combatté a Maratona insieme ai suoi 2 fratelli, come tutti i cittadini di Atene atti alle armi, ma addirittura si distinsero per valore al punto che Atene ordinò un dipinto che commemorasse le loro imprese. Nel 480 combatté i Persiani sia all'Artemisio che a Salamina e nel 479 fu presente anche a Platea. Ovviamente assistette inerme al sacco di Atene da parte degli invasori Persiani, sacco che permetterà poi la riedificazione monumentale dell’età di Pericle. Anche se certamente gran parte della sua produzione letteraria successiva attingerà a piene mani dalle esperienza di vita vissuta guerreggiando contro i Persiani, Eschilo iniziò già nel 499, a ventisei anni, a farsi conoscere al pubblico ateniese con la sua prima opera teatrale. Fra una fase e l’altra della decennale lotta per la sopravvivenza stessa della Grecia vinse, nel 484, il primo premio alle feste di Dioniso, concorsi dedicati alla rappresentazione delle tragedie. Si apre per lui un periodo d’oro che durerà addirittura una generazione.
Nel 476 e nel 470 si recò a Siracusa ove fu ricevuto dalla corte di Ierone I con i massimi onori.
Nel 468 perdette, per la prima volta dal 484, il primo premio per le sue opere teatrali, scalzato dal giovane astro ascendente di Sofocle, ma già nel 467 riconquistò la supremazia con i 7 Sette contro Tebe.
La presentazione della trilogia dell'Orestiade, nel 458, gli fece ottenere, probabilmente, il maggiore dei suoi trionfi in patria della sua intera carriera, ma, ahimé, fu anche l’ultimo. Nel 456 tornò nuovamente in Sicilia, questa volta a Gela, e vi morì o nello stesso anno o nel 455
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