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Biografia Enrico Prampolini
Enrico Prampolini
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Enrico Prampolini (Modena, 20 aprile 1894 – Roma, 17 giugno 1956). Dal 1912 frequenta l'Accademia di Belle Arti di Roma, allievo di Duilio Cambellotti. Espone a Montecatini in una rassegna di gruppo nel 1912 la produzione degli inizi, in clima simbolista. Contemporaneamente crea illustrazioni per le riviste 'L'artista moderno' e 'Primavera' e incomincia a scrivere di teatro, musica e arte per vari periodici. Tra 1912 e 1913 si avvicina al Futurismo. Pubblica 'La cromofonia e il valore degli spostamenti atmosferici'. Nel 1914 esordisce con i Futuristi esponendo 13 dipinti da Sprovieri a Roma. I suoi lavori sono debitori del dinamismo plastico boccioniano e dell'opera di Balla, artisti coi quali è in significativa sintonia dal 1915 (Prampolini lancerà con Balla nel 1915 il manifesto 'Ricostruzione futurista dell'universo'). Nel 1916 incontra a Roma Tristan Tzara col quale inizia una collaborazione. Lavora alle scene del film 'Thaïs' di Anton Giulio Bragaglia. Nel 1917 espone alle Galerie Dada di Zurigo. Esce la rivista 'Noi', da lui fondata e diretta con Bino Sanminiatelli (pubblicherà fino al 1925 con collaborazioni internazionali di prestigiosi autori). Crea i costumi per 'La vita dell'uomo' di Leonid Andreiev in scena al Teatro Argentina di Roma. A partire da queste prove, una feconda attività di costumista, scenografo e autore teatrale lo porterà negli anni a partecipare a varie esposizioni di scenografia. Nel 1918 organizza una 'mostra d'arte indipendente' alla galleria dell'Epoca in Roma: vi espone accanto ai pittori metafisici. Nel 1919, con Mario Recchi, fonda a Roma la 'Casa d'arte italiana' dove presenta una personale con oggetti d'arredo di proprio disegno. Negli anni '20 la sua produzione si impegna tipicamente nell'arte 'meccanica': il relativo manifesto è del 1923 ed è firmato da Paladini, Pannaggi, Prampolini. L'artista accentua nelle opere le componenti di macchinismo e di purismo geometrico. A Ginevra, Praga, Weimar incontra i maggiori artisti europei. Nel 1920 è commissario ed espositore alla 'Exposition internationale d'art moderne' di Ginevra. Nel 1921 è in una collettiva di Futuristi alla Galleria Reinhardt di Parigi e alla Mostra d'arte italiana a Praga, della quale è egli stesso curatore. Nel 1922 partecipa a varie esposizioni futuriste in Italia e all'estero. Redige il manifesto 'L'arte meccanica' con Pannaggi e Paladini, primo atto espresso dalla seconda generazione dei futuristi. Allestisce una personale alla 'Casa d'arte Bragaglia' di Roma e partecipa alla 'Mostra dell'interpretazione futurista del paesaggio di Capri'. Nuova personale nel 1923 al Padiglione Grandi Alberghi di Venezia; nel 1925 espone alla III Biennale di Roma: è la prima partecipazione ad un'esposizione ufficiale da parte del gruppo futurista. Prampolini inizia ricerche sul polimaterismo poi realizzate negli anni '30 e crea opere in cui emergono tangenze col surrealismo. È commissario alla 'Exposition internationale des arts decoratifs et industriels modernes' di Parigi. Risiederà nella capitale francese fino agli ultimi anni '30. Ma nel 1926 espone coi Futuristi alla 'Prima Mostra del 900 italiano' a Milano ed alla XV Biennale di Venezia, dove è invitato nel 1928, 1938, 1942, 1950, 1954, 1956. Nel 1927 partecipa alla 'Esposizione d'arte italiana in Olanda'; nel 1928 costruisce all'Esposizione nazionale di Torino il 'Padiglione del Futurismo'; propone una personale di bozzetti teatrali a Parigi dove nel 1929, dopo due nuove personali, aderisce al gruppo astrattista di Seuphor 'Cercle et Carré'. In effetti, Prampolini era stato tra i rarissimi artisti in Italia a tentare l'esperienza astratta già lungo gli anni '20. Nel 1929 è tra i firmatari del 'Manifesto dell'Aeropittura'. Dal 1929 è condirettore de 'L'esprit nouveau'. Da Roma, anima con Balla la lunga stagione del 'Secondo Futurismo'. Negli anni '30 lavora a una personale accezione dell'aeropittura, interpretata in chiave cosmica e spaziale. È questa una fase di 'idealismo cosmico' documentata dalle sue opere presentate con gli Aeropittori futuristi alla Quadriennale del 1931 e nel 1932 alla mostra 'Enrico Prampolini et les aéropeintres futuristes italiens' alla Galérie de la Renaissance di Parigi e alla Biennale di Venezia. Nel 1931 scritti di Prampolini sono compresi nel volume di Fillia dedicato alla 'Nuova architettura'. Nel 1933 con la collaborazione, insieme col gruppo futurista, al progetto di 'Stazione per aeroporto civile' e con un affresco realizzato nella 'Galleria degli affreschi', partecipa alla V Triennale di Milano dove ritorna invitato nel 1936, 1940, 1954. Nel 1934 espone con gli Aeropittori in una mostra itinerante ad Amburgo, Berlino, Venezia e Parigi. Diventa condirettore di 'Stile futurista'. È tra i promotori della 'Prima mostra di Plastica murale' di Genova, riproposta nel 1936 ai Mercati Traianei di Roma. Nel 1935 espone 25 opere alla II Quadriennale; nel 1939 vi espone 32 dipinti. Nel 1940 firma con Marinetti, Ciliberti, Rho, Badiali, Licini, Nizzoli, Radice, Sartoris, Terragni, il 'Manifesto del Gruppo Primordiali Futuristi Sant'Elia'. Nel 1941 gli è dedicata un'ampia retrospettiva alla Galleria di Roma. Codifica le sue ricerche nel saggio 'Arte polimaterica: verso un'arte collettiva?', pubblicato nel 1944. Nel 1945 è tra i fondatori dell'Art Club di Roma. A Roma espone alla galleria San Marco nella prima mostra dell'associazione, partecipando alle altre rassegne italiane ed estere dell'Art Club. Dopo la guerra Prampolini affronterà la lezione postcubista e la sperimentazione in area aniconica. Nel 1948 partecipa alla mostra romana 'Arte astratta in Italia' alla Galleria Roma con esponenti di Forma Uno, del Fronte Nuovo per le Arti e astrattisti 'storici' milanesi. Lungo la prima metà degli anni '50 la sua pittura vira più decisamente in ambito concreto per adire in seguito ricerche in area informale. Nel 1951 partecipa alla mostra 'Arte astratta e concreta in Italia' alla Galleria Nazionale d'arte moderna di Roma; la Biennale del 1954 dedica ampio spazio alla sua opera con una sala di 21 lavori. Dal 1955 è docente di Scenografia. Nel 1955 e 1956 Prampolini espone in mostre personali alla Galleria Giotto di Trieste e alla Galleria del fiore di Milano. L'ultima partecipazione dell'artista è alla Biennale di Venezia della stessa estate.

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