| Biografia Edward Ashton |
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Edward Ashton è autore di romanzi come "Mickey7", "Three Days in April" e "The End of Ordinary". I suoi racconti sono stati pubblicati su varie piattaforme, da riviste letterarie a varie newsletter. Vive nel nord dello stato di New York in una baita nel bosco con la moglie, le figlie e un cane depresso di nome Max. Oltre a scrivere, si occupa di ricerca sul cancro, insegna fisica quantistica e intaglia, osservato da gufi e un picchio gigante.
Edward Ashton è noto per le sue opere che esplorano temi filosofici e scientifici attraverso narrazioni avvincenti e ironiche. Fin dalla giovane età, è stato un appassionato lettore del genere, influenzato dalle opere di autori come Isaac Asimov, Clifford D. Simak e il primo George R.R. Martin. La sua passione per la fantascienza è nata grazie a suo padre, un grande appassionato del genere, e si è consolidata fin da quando, da bambino, si avventurava tra i libri della libreria di famiglia.
Uno dei temi centrali nelle sue opere è il "paradosso del teletrasporto", una questione filosofica che lo ha affascinato sin dall’infanzia. Questo dilemma, reso celebre dalla fantascienza e da opere come "Star Trek", si interroga sulla continuità dell’identità personale: se una copia perfetta di una persona viene creata altrove mentre l’originale viene distrutto, quella copia è davvero la stessa persona? Ashton ha sempre visto il teletrasporto come una "macchina per uccidere" piuttosto che un vero trasferimento dell'individuo, e questa riflessione ha ispirato la sua scrittura.
Queste idee si concretizzano in "Mickey7", il suo romanzo di maggiore successo che segue la storia di un uomo impiegato in una missione di colonizzazione interstellare con il ruolo di "Sacrificabile". Ogni volta che muore, il suo corpo viene ricreato e la sua memoria trasferita, offrendo un’illusione di immortalità che, in realtà, si traduce in una condanna a morire più volte. Giunto alla sua settima versione, il protagonista si rende conto di essersi infilato in un incubo senza via d’uscita.
Per Ashton, la scrittura non è mai stata una carriera, ma una necessità espressiva. È convinto che scrivere non sia un mezzo per fare soldi, ma un modo per dare voce alle proprie idee e visioni del mondo. Il suo lavoro mescola filosofia, umorismo e avventura, ponendo domande profonde sull'identità, la coscienza e il significato della vita in un contesto futuristico e avvincente.
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