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Biografia Bjørnstjerne Bjørnson
Bjørnstjerne Bjørnson
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Bjørnstjerne Martinus Bjørnson nacque in Norvegia a Kvikne, nell'Österdal, l'8 dicembre del 1832 e morì a Parigi il 26 aprile del 1910. Poeta e drammaturgo, si deve a lui e al compagno di studi Henrik Ibsen (1828-1906) la nascita della grande e moderna drammaturgia scandinava. Fu premiato col Premio Nobel per la Letteratura nell'anno 1903 con la seguente motivazione: «Un tributo alla sua nobile, magnifica e versatile poeticità, con la quale si è sempre distinto per la chiarezza della sua ispirazione e la rara purezza del suo spirito». Figlio di un umile pastore protestante, studiò prima a Molden, nel Romsdal, e poi a Oslo ma non riuscì a concludere gli studi universitari, dedicandosi alla letteratura e al giornalismo (fu critico letterario per il "Morgenbladet" nel 1854). Durante un soggiorno a Copenaghen si diede allo studio approfondito del filosofo danese Sören Aabye Kierkegaard (1813-1855), ispiratore della filosofia esistenzialista e punto di riferimento sia degli scrittori tedeschi F. Kafka e Th. Mann sia dei drammaturghi scandinavi H. Ibsen e A. Strindberg. Bjørnson rientrò quindi a Cristiania ove nel 1857 fondò "Il giornale popolare illustrato (Illustrerte FolkBladet)". Attivista della prima ora nel movimento per un Teatro Nazionale norvegese, dal 1857 al 1859 fu il direttore del teatro di Bergen (dove prima di lui aveva primeggiato Ibsen), era poi passato al teatro di Oslo. Nel 1856 aveva pubblicato il primo dramma storico in versi "Fra le battaglie (Mellem Slagene)" e nel 1857 aveva scritto il primo racconto "La fattoria del sole (Synnøve Solbakken)", un'opera fresca e significativa che gli diede fama in tutta la Scandinavia. Tra il 1860 e il 1863 viaggiò in lungo e in largo, andando in America, Francia, Germania e Italia (ove fu colpito nel profondo da Michelangelo e dalla scultura greca, e ove ritornò tra il 1873 e il 1875). L'Italia lo ha ricambiato di uguale considerazione, perché quasi tutte le sue opere sono state tradotte in italiano. Scrittore romantico, coraggioso fautore delle idee liberali, amante del mondo rurale, si diede alla composizione di vigorosi drammi ispirati alle antiche saghe, quale "Hulda la zoppa (Halte Hulda)" (1857), e di racconti ispirati al mondo nordico, tra i quali "Arne" (1850), "Un Ragazzo Allegro (En Glad Gut)" (1859) e "Racconti brevi (Smaastykker)" (1860). Dopo il soggiorno in Germania e in Italia, compose il dramma "Re Sverre (Kong Sverre)" (1861); il poema lirico "Bergliot", musicato dal musicista norvegese Edvard H. Grieg (1843-1907); e la trilogia "Sigurd il Cattivo (Sigurd Slembe)" (1864), ispirata dalla tragica sconfitta militare della Danimarca contro la Prussia - avvenuta nell'indifferenza degli altri paesi scandinavi - e pervasa dagli amari sentimenti di un eroe che deve soccombere al destino avverso ma che conserva intatta la sua dignità. Nel 1864 fece rappresentare a Cristiania il dramma storico "Maria di Scozia (Maria i Skotland)" ma appassionatosi ai problemi di natura sociale scrisse poi la commedia "Gli sposi novelli (De Nygifte)" (1865) e il dramma "La figlia del pescatore (Fiskerjenten)" (1868) in cui per la prima volta i protagonisti erano mossi più dalla ragione che dall'istinto (in esso il drammaturgo inneggiava all'importanza del teatro nell'educazione dello spirito umano e nell'evoluzione sociale). Pubblicò quindi "Poesie e Canzoni (Digte og Sange)" (1870), che conteneva l'inno nazionale norvegese intitolato «Si, noi amiamo questo paese»; i drammi "Arnljot Gelline" (1870) e "Sigurd il Crociato (Sigurd Jorsalfar)" (1872); e il racconto "Marcia Nuziale (Brudeslaatten)" (1873). Dopo il secondo viaggio in Italia, venne in contatto con le teorie dello storico danese nietzschiano Georg Brandes (1842-1927) e abbandonò le sue idee romantiche per sposare il positivismo, la scienza e il progresso. Affascinato dai temi che dilaniavano la borghesia del tempo, in questo stesso periodo, scrisse e pubblicò diversi drammi e commedie che lo consacrarono all'attenzione del pubblico e della critica, tra i quali sono da ricordare: "Il redattore (Redaktøren)" (1874), "Un fallimento (En fallit)" (1875), "Il Re (Kongen)" (1877) - che coincise con una grave crisi dei suoi ideali cristiani e col rifiuto della religione e dei dogmi della Chiesa - , "Il nuovo sistema (Det Ny System)" (1878), "Leonarda" e "Capitan Mansana" (1879) e il libro dei "Salmer" (1880). Nel 1882 abbandonò la Norvegia e rimase per cinque anni all'estero; in questo periodo i suoi temi ruotarono intorno a una nuova morale fondata sulle verità scientifiche e sono da ricordare: il racconto positivista "Polvere (Støv)" (1882), il dramma "Un Guanto (En Hanske)" (1883) che attaccava l'ipocrisia insita nei tabù sessuali e gli eccessi di libertà del mito bohèmien, e la prima parte del dramma simbolico "Al di là delle nostre forze (Øver Ævne)" (1883) - la cui seconda parte fu scritta nel 1895 - incentrato sul fatto che è necessaria una nuova religione che deve basarsi sull'amore del prossimo e sul progresso scientifico, dal momento che il Cristianesimo esige una fede cieca in Dio che va al di là dei limiti della ragione. Seguirono i romanzi "Bandiere sulla città e sul porto (Det Flager I Byen Og Paa Havnen)" (1884) e "Sulle Vie del Signore (Paa Guds Veje)" (1889); i drammi sociali "Laboremus" (1901) e "Paul Lange e Tora Parsberg" (1898), alquanto appesantiti da intenti educativi di tolleranza politica e religiosa; e il racconto "Il podere di Dag (Daglannet)" (1904). Negli ultimi anni di vita però Bjørnson ritornò all'antica semplicità e all'ingenuo lirismo del passato con il romanzo "Mary" (1906) e con la commedia "Quando fiorisce il vino nuovo (Naar Den Ny Vin Blomstrer)" (1909). Nel 1919 raccolse e pubblicò tutti i suoi lavori in 9 volumi. Bjørnson sostenne a lungo l'autonomia della Norvegia e, tentando numerose innovazioni linguistiche, si batté per il riconoscimento di una lingua nazional-letteraria norvegese diversa dall'imperante "danese-norvegese" usato nel paese. Si occupò anche della questione agricola e contrastò con vigore appassionato l'ottusa invadenza delle istituzioni monarchiche ed ecclesiastiche.

Di Silvia Iannello

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