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E' difficile imbattersi in autori esordienti, poco pi che ventenni, senza guardare all'opera con una punta di scetticismo. Con questo spirito ho acquistato, al Salone del libro di Torino, l'ultimo romanzo di Lorenzo Rulfo: "Cronache di un bordello chiamato vita" edito da Neuma Edizioni.
Il risultato ha stravolto ogni aspettativa. Pi avanzavo nelle pagine (comunque non copiose) e pi mi accorgevo di avere la necessit di avvicinarmi ai fogli, come di entrarci dentro. La trama sembra semplice fino quasi alla fine, pi storie che si accavallano. Da una parte Joshua, un ragazzo ventenne nel punto pi doloroso di ogni storia d'amore: la fine, l'abbandono. E poi la sua partenza per ritrovare la donna amata che l'ha lasciato. Pi lontano nel tempo e nello spazio (Praga 1968) Margareth, una donna bellissima che comprende di avere sprecato la sua vita e che si sente di colpo non amata; una donna forte che decide di riscattarsi facendosi "disegnare nel ventre l'idea di una figlia" per proiettare su di lei tutte le gioie ed i riscatti di una vita. E poi ancora Nabakov, vecchio professore scorbutico ed Euridice, suo amico e genio matematico. E infine Penelope, l'amore fuggito, un personaggio che non si vede mai eppure che si ha l'impressione di conoscere molto bene. Una storia commovente raccontata con uno stile diretto, quasi parlato. Una linea poetica accattivante e forte, decisa e tenera al tempo stesso. Un libro che consiglio di leggere a tutti, per chi ancora in grado di emozionarsi. Rosaria Ritteri lorenzos12
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