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Recensione William Hjortsberg Angel Heart
Un moderno Faust
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Chi ha avuto la fortuna di vedere Angel Heart – Ascensore per l’inferno, bellissimo film del 1987, diretto da Alan Parker e interpretato magistralmente da Mickey Rourke, nei panni di Harry Angel, e da Robert De Niro, nella parte di Louis Cyphre, sarà rimasto impressionato dall’atmosfera cupa che aleggia sempre e dal ritmo incalzante, che finisce quasi con l’ossessionare lo spettatore. La pellicola era tratta da un romanzo di uno scrittore statunitense, William Hjortsberg, il cui titolo originale è Falling Angel.
La Tre Editori, sempre attenta a opere che abbiano ascendenti esoterici, propone questo libro, molto opportunamente intitolandolo Angel Heart, di modo che il riferimento al film possa essere immediato.
Ora può capitare che bellissimi romanzi adattati per il grande schermo risultino concretamente assai inferiori, oppure può esserci anche il caso contrario, cioè di mediocri opere che in pellicola diventano dei capolavori. Angel Heart rientra fra quei prodotti il cui testo originale è addirittura superiore, come valenza, alla relativa pellicola, sebbene questa sia assai riuscita.
Il ritmo è ancora più incalzante di quello del film, l’atmosfera scende poco a poco a disegnare un mondo misterioso e anche terribile. La vicenda è la stessa, cioè l’attività di Harry Angel, investigatore privato, che ha ricevuto l’incarico da un istrionico Louis Cyphre di rintracciare tale Johnny Favorite, un famoso cantante degli anni quaranta di cui si è persa ogni traccia. In una New York che sembra quasi di toccar con mano si svolge l’indagine, fra quartieri degradati e altri di estremo lusso, alla luce del sole oppure nel grigiore di un cielo che più che sovrastare sembra opprimere. Angel incontra tanti personaggi, talmente ben definiti da sembrare reali, esseri per lo più originali e che vengono gradualmente a comporre un puzzle di cui non svelo la fine, per non togliere il piacere al lettore; il protagonista si muove in questo ambiente con sicurezza, proprio di chi lo conosce bene, lasciando dietro di sé una scia di sangue, in un thriller che fra riti vudù e oscure presenze aspira a una trascendenza del male. Fra l’altro, il lettore quasi non si accorge di venire coinvolto, di anelare alla soluzione del mistero che risulterà scioccante, anche se logica. Una pagina dopo l’altra il ritmo cresce, per diventare alla fine forsennato, lasciando indizi che portano dapprima al sospetto e poi alla certezza finale.
Stephen King ha scritto così di Angel Heart: “Un romanzo straordinario, a metà fra il genere poliziesco e quello esoterico. E’ come se l’Esorcista fosse stato scritto da Raymond Chandler”.
Concordo pienamente, perché lo stile di Hjortsberg, pur essendo scarno, è notevolmente efficace e bastano già le prime righe del libro per coinvolgere emotivamente il lettore. Perfino l’investigatore Harry Angel si comporta come Philip Marlowe, un eroe antieroe che nella sua ordinarietà suscita una naturale simpatia.
Angel Heart è un romanzo godibilissimo da leggere e nel suo particolare genere può essere definito un capolavoro.
Di Renzo.Montagnoli
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