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Recensione Giorgio Bocca Lettera a Giorgio Bocca
Gent.mo dott. Bocca,
Mi permetto di citare un passo della Sua intervista alla Feltrinelli:
La malattia più grave di Napoli non è la camorra, ma come in tutto il Sud, il Centro e il Nord, è l’immoralità e la vigliaccheria della politica, che cerca il consenso costi quel che costi, che fa finta di non vedere...
Scrivo questa lettera per ringraziarla; Ho letto NAPOLI SIAMO NOI, tutto di un fiato, non ho potuto farne a meno! Quello che ha scritto, è un resoconto di una realtà, con la quale convivo (e convive l’Italia intera), da quando sono nato, inaccettabile. La ringrazio perché ha espresso un concetto che ognuno dovrebbe fare proprio e che dovrebbe essere il fondamento della società civile, SIAMO IL MONDO NEL QUALE VIVIAMO, e nessuno ha il diritto di mostrarsi disgustato o fare finta di non sapere.
Il concetto di appartenenza e di responsabilità, che Lei, coscientemente si è assunto ed ha sentito il bisogno di comunicare, dovrebbe risvegliare le coscienze assopite degli italiani.
Potremmo (dovremmo) dire L’ITALIA SIAMO NOI, perché è nostra la responsabilità di quello che ci accade intorno.
In effetti Napoli, (quello che avviene nei Palazzi del Potere giuridico ed amministrativo) è uno specchio al quale la società italiana a forza di specchiarsi sta cominciando ad assomigliare, forse e non lo dico per fare paura e chi ci legge, è il “Sistema Napoli” che ha attecchito con le sue metastasi i “Palazzi del potere” italiani.
Cosa è avvenuto negli ultimi decenni nelle aule di giustizia italiane ed in particolare nel processo “Toghe sporche” lo sappiamo tutti e ce lo hanno ricordato i cari Peter Gomez e Marco Travaglio con il loro “ONOREVOLI WANTED”.
Cosa avviene nelle strade di Napoli e della sua tormentata provincia, ce lo ha ricordato Roberto Saviano nel suo “GOMORRA”; La repulsione che la gente dei vicoli ha nei confronti della polizia, e delle “ISTITUZIONI” è cosa di tutti i giorni.
Eppure nessuno avverte che questi sono campanelli d’allarme; Come può la magistratura sopportare che un suo Procuratore della Repubblica dichiari che a Napoli, una “Loggia massonica, interna alla magistratura stessa, ha condotto una battaglia vittoriosa contro un Capo-ufficio troppo invadente, fino a spodestarlo, di fatto confinandolo, ottenendo che si potesse continuare lo status quo precedente all’arrivo di Cordova?
Tacere, (il silenzio della magistratura) lasciar cadere le accuse di Cordova, senza controbattere, è già una tacita asserzione di incapacità a reagire, una tecnica elusiva di una responsabilità troppo grande, o il segno che la stessa Magistratura non trova la forza di combattere o, peggio, non vuole combattere.
Se è vero, (come si apprende tra le righe del Suo libro) che alcuni poliziotti sono corrotti al punto di consentire il “Malaffare” su ordine dei Boss, quando ricevono il proprio tornaconto, è naturale che la gente di strada, le Mamme, Le Zie, le sorelle e le Conviventi dei ragazzi che fanno gli scippi non comprendono perché i loro congiunti vengono inseguiti dalla Polizia quando commettono un illecito; La domanda è: - Per quale motivo ai Boss è permesso tutto è ai ragazzi che “Pure loro devono campare” li inseguono?
Il popolo assume per “dovuto” quello che ad altri è permesso e, se a pochi è concesso il malaffare, chi “Pure Lui deve campare” si arroga il diritto di rubare e pretende la impunità. Da questo, secondo me, proviene l’astio che sempre più spesso viene dimostrato verso le forze dell’ordine.
Siamo noi a permettere che al Parlamento ci siano delle persone che hanno più volte ottenuto proscioglimenti per prescrizione dei reati (il che significa che i reati li hanno commessi) e addirittura persone con condanne definitive;
Siamo noi a consentire che nelle strade e nei Palazzi del potere avvengono crimini di ogni tipo, che è anche inutile elencare, chi non ha fantasia può ascoltare i TG o leggere i giornali.
Siamo noi a consentire che i nostri rappresentanti al governo ed alle opposizioni possano continuare a fare i propri intrallazzi incuranti degli scandali e senza vergognarsi più di niente.
Se i giovani, nel prossimo futuro, non avranno fiducia nelle istituzioni, come potremo biasimarli?
NAPOLI (e l’ITALIA) SIAMO NOI, nel bene e nel male;
LUIGI IOVINO
Di LG54
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