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Recensione Massimo Baraldi One for the Road
Questo romanzo è... uno splendido fumetto! Un fumetto in prosa, ma di alta classe, e che affascinerà non solo gli appassionati delle avventure di Dylan Dog (io oserei citare persino Tex e Zagor). Il racconto, suddiviso in 19 "giri" e un epilogo (ma alcuni "giri" - o capitoli - sono assemblati in uno solo), procede sulle ali di una felice ossessione che rotea intorno a una serie di immagini tanto allucinanti quanto suggestive. Certe frasi esplodono come castagnole; o come un pugno in un occhio. Più volte l'Autore ci spiazza con un lieve cambio di marcia per subito dopo però riprenderci per mano e guidarci attraverso un paesaggio popolato di caimani e di strani suini lascivi. Vegetazione, pantani e fiumi sono quelli dell'Amazzonia... oppure ci troviamo, piuttosto, in una contrada nostrana?
Tutto è misterioso in One for the Road, misterioso e avvincente. Ma il mistero più grande è certamente quello della vita stessa. Perché diavolo siamo al mondo? Solo per affrontare un pericolo dopo l'altro e andare poi ad ancorarci al bancone di un bar? Di chi siamo gli eroi? Di noi stessi?
Baraldi fa uso di un mistilinguismo che include alcuni termini del dialetto modenese (quello "della bassa"; ma niente paura: c'è un piccolo glossario allegato). Tale mistilinguismo - o plurilinguismo - è comunque saggiamente dosato, e non interrompe l'incalzare della scrittura, arricchendola anzi e rendendo l'ambienzatione più esotica.
La presente edizione del romanzo si avvale dell'apporto dei due artisti che già contribuirono alla prima che, nel 2002, uscì a tiratura limitatissima: Enrico Cazzaniga per la copertina (dipinto realizzato con smalto stradale e pastello su fustagno nero) e Enzo Santambrogio (responsabile delle tavole, che, nell'edizione privata, erano colorate con... alcoolici da bar).
Al più tardi dalla dedica, il lettore comprende che si trova di fronte a un prodotto a dir poco originale; la dedica è infatti piuttosto... un'anti-dedica. Una vena di sorridente follia scorre per tutto il libro, e le uniche pagine veramente "sobrie" sono quelle occupate dalla prefazione a firma del grande poeta americano Jack Hirschman.
Per raccontare la vicenda (o la serie di vicende), l'io-narrante spesso si rivolge a baristi e/o avventori di spacci alcoolici. Qua e là spiccano inserti di natura autobiografica, che descrivono - non sempre con toni gentili - lo strazio di un cuore innamorato (si parla spesso della bella Silver). In conclusione, la rabbia, sorta dalla volontà di cavalcare la vita - prima che la vita cavalchi noi -, è il leit motif di questo romanzo.
One for the road non è solo un'opera letteraria: fa parte di un progetto più ampio, nel quale confluiscono svariate esperienze e forme di espressione. Sul sito www.massimobaraldi.it, all’interno della "Galleria", saranno via via esposti i lavori di arte visiva legati al romanzo.
Curiosità 1): la prima edizione di One for the Road aveva una copertina in ferro trattata con acidi e incisa col laser, la carta era in fibra di cotone, il dorso in cuoio e la rilegatura a base di viti e bulloni.
Curiosità 2): Coerentemente col proposito dell'Autore di rimanere fedele a "un'arte totale", esiste una riduzione teatrale di One for the Road, che è già stata messa in scena con l'attore Gianni Sala accompagnato dal percussionista Mauro Antonazzi.
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Massimo Baraldi partecipa alla campagna "Scrittori per le foreste" lanciata da Greenpeace. Questo volume delle Edizioni del Foglio Clandestino è stampato su carta riciclata senza cloro.
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