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Dentro la psiche del serial killer
----------------------------- del tutto particolare la genesi di questo romanzo, tanto che vale la pena di raccontarla. Nel 1947 Simenon, nel periodo in cui soggiorn negli Stati Uniti, scrisse il racconto Il piccolo sarto e i cappellaio, da cui trasse una versione sostanzialmente analoga, ma con un diverso finale, che intitol Benedetti gli umili, e che, tradotta in inglese, vinse il premio per il miglior racconto poliziesco al concorso annuale indetto dallEllery Queens Mystery Magazine. Il piccolo sarto e il cappellaio assomiglia molto a I fantasmi del cappellaio, anche se il punto di vista della narrazione dato dal piccolo sarto Kachoudas, con i suoi tormenti e che, quando scopre che il vicino di casa lassassino ricercato dalla polizia, esita a lungo, incerto fra la paura e il desiderio di riscuotere la taglia. Invece il romanzo in epigrafe ha come centralit il cappellaio Labb, il serial killer, mentre il piccolo sarto armeno, pur non passando in secondo piano, finisce con il diventare la naturale complementariet dellaltro, perch entrambi finiscono con il diventare complici, in quanto condividono un orribile segreto. La riscrittura effettuata da Simenon rende pi corposa lopera, analizza in modo incisivo la complessa psiche di un assassino seriale, conducendo il lettore dentro un mondo di ombre indistinte, popolato di incubi, di cui il cappellaio Labb al contempo artefice e vittima. E un gioco di rara finezza, condotto sullesile filo del rasoio ( sempre possibile uno scivolone che tolga la tensione, ma Simenon lo evita magistralmente). Ambientato a La Rochelle, in un autunno grigio, freddo e piovoso, la narrazione procede nella realt di una comunit di modeste dimensioni, in una vita tutto sommato ripetitiva e monotona, fatta di ore e ore trascorse al bar per la ormai irrinunciabile partita di bridge, a cui la borghesia non pu mancare, perch ormai diventato un suo rito, un momento di contatto fra chi conta e si conosce da tempo immemorabile. Ma questa tranquillit propria della piccola provincia viene bruscamente interrotta dagli omicidi, per strangolamento, di alcune signore anziane, e bene in vista, del luogo. A uno di questi assister anche il piccolo sarto Kachoudas, che gi nutriva qualche sospetto sul suo dirimpettaio, il cappellaio Labb. Questi se ne accorge e se ne compiace, perch ora pu dividere con un altro, peraltro assai pavido, il suo terribile segreto. Il serial killer, mano a mano che uccide, con la polizia che brancola nel buio, crede di incarnare il potere assoluto, si convince di essere perfetto, ma, come sempre accade in questi casi, il vestito monolitico che si costruito addosso per un caso fortuito registra un piccolo strappo; sincrina cos la folle e totale fiducia in se stesso e da allora sar una progressiva esasperazione, una ripetuta e crescente sfiducia che finir con il portarlo fra le braccia degli inquirenti. La capacit di Simenon di analizzare gli individui, di entrare nella loro psiche qui raggiunge vertici straordinari e se la maggior parte dellattenzione riservata al serial killer, anche per gli altri personaggi c un interesse rilevante per il loro comportamento, per i fantasmi che agitano la loro mente, in primis per il piccolo sarto armeno, quel Kachoudas che pi di tutti patir il segreto di cui venuto a conoscenza e che nel volgere di pochi giorni, complice la sua coscienza, finir per travolgerlo. E difficile non restare affascinati da questo romanzo, mai greve, avvincente pagina dopo pagina, con il lettore che gradualmente prover un sentimento di piet non solo per le vittime, ma anche per lassassino, vittima lui stesso di se stesso. I fantasmi del cappellaio un vero gioiello e quindi ne raccomando vivamente la lettura. Renzo.Montagnoli
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