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Lamico bugiardo
---------------- A chi non mai capitato di ritrovare dopo tanti anni di silenzio un amico dinfanzia? E quello che accade a Maigret in un mese di giugno dalle tiepide temperature. Se ne sta nel suo ufficio al Quai dOrsay a osservare una fastidiosa mosca che indifferente si pulisce le zampette su una pratica, quando entra Florentin, suo compagno di liceo, il bullo e il buffone della classe, bugiardo per natura e scansafatiche. Quello che gli racconta (si tratta di un delitto di cui sarebbe stato involontario testimone) ha ben poche parvenze di credibilit, ma il nostro commissario, pur consapevole, pensa che nelle parole dellamico ci sia un fondo di verit e che comunque lui non sia lassassino. Le indagini procedono un po a tentoni, anche perch la vittima, bench mantenuta da pi uomini, aveva un comportamento, dal punto di vista giuridico, del tutto adamantino. E poi c chi sa ed reticente, anche per poterci guadagnare, e questi la portinaia dello stabile dove abitava luccisa, una donna pi simile a una cariatide che a un essere femminile e che non trova di certo la simpatia di Maigret, atteggiamento peraltro platealmente ricambiato. Linchiesta si fa serrata, si arriva a sapere i nomi degli uomini che mantenevano la vittima e infine, in modo del tutto logico, il commissario potr mettere le mani sullomicida e assicurarlo alla giustizia. Lamico dinfanzia di Maigret non forse fra i migliori della fortunata serie, magari la trama avvincente, ma Simenon meno accorto nelle descrizioni dei personaggi, trascura un po lambientazione, bench torni a evidenziare, in modo qui pi marcato, una sua caratteristica: lavversione per i potenti, per quel loro modo di comportarsi come se a loro tutto fosse permesso; dimostra invece una certa disponibilit, per non definirla addirittura piet, per i vinti, per chi dalla vita ha ritratto solo amarezze, come il suo amico Florentin. Beninteso, il termine amico un po forte, perch si ne ha compassione, ma non sia mai detto che questa ravvivi un antico legame che in verit non c mai stato, quel legame, di altra natura, che Maigret ricorda avrebbe voluto avere con la sorella, con cui doveva esserci una reciproca simpatia, perch quando lui entrava nella pasticceria di famiglia, lei, da dietro il banco, arrossiva. Questa quasi confessione, esposta pudicamente, di unattrazione giovanile impreziosisce la narrazione, anche se si tratta di un paio di righe, perch in un uomo, gi avanti con gli anni, felicemente sposato e che gode di una posizione invidiabile, il ricordo di una passione di giovent un tuffo al cuore, forse un rimpianto, una mesta considerazione su un tempo andato e che mai pi ritorner. Da leggere. Renzo.Montagnoli
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