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Juliana una bella ragazza che vive con la madre e con il figlio Daglis, avuto da un marito tanto desiderato prima, quanto odiato poi per la sua violenza e da cui fuggita. Una situazione, quindi, quasi normale, se non fosse per il fatto che, per vivere, fa la jinetera, n pi n meno che la nostra prostituta. Ovviamente, non una vocazione, ma una necessit quella di esercitare il mestiere pi vecchio del mondo per poter mantenere la famiglia, per crescere il figlio, per farlo studiare nella speranza che un giorno, lui, si trovi in una Cuba diversa dallattuale, dove un popolo costretto ad arrangiarsi per mettere qualche cosa in tavola. In pratica il romanzo costituito dal racconto che fa Juliana della sua vita, fra episodi passati e presenti, ed lei a parlare in prima persona, a narrare fatti e vicende allautore che si messo in testa di scrivere la sua storia. Lescamotage dellio narrante del protagonista e della presenza dello scrittore quale personaggio non nuovo, ma nel caso specifico reso con straordinaria abilit, conferendo alla vicenda un realismo quasi palpabile. Juliana non una figura negativa e non nemmeno uneroina, ma rappresenta la tragedia di un normale essere umano costretto a fare una vita che sicuramente, se i presupposti fossero stati diversi, non avrebbe nemmeno immaginato. E cos ci sono racconti di amplessi senza amore, di incontri occasionali che si rivelano poi delle colossali fregature, ma in unatmosfera stanca, senza palpiti, perch in assenza di speranze per lavvenire Juliana accetta, accetta tutto come i normali incerti del mestiere. Eppure una donna viva, che ama il figlio, che saprebbe anche amare un uomo che non c, che sa accontentarsi di quelle piccole gioie che la vita, quella vita, pu dare. Fra queste ci sono anche i colloqui con Alejandro, lo scrittore, quasi una sorta di confessione liberatoria, perch lei ama parlare, ma soprattutto ama essere ascoltata, desidera che le sue parole assumano il significato di una piccola ribellione a un potere che la sovrasta e che solo pretende da lei, sia che si tratti del regime, sia che siano gli uomini dei suoi incontri, perch ha ancora una dignit, svilita certamente, ma non tanto da non riuscire a comprendere che gli inermi, gli indifesi sono sempre in balia dei pi forti. In questo senso penso che lautore sia ben riuscito a rendere la rassegnata desolazione di un popolo che, perdendo loggi, non vede il domani. Renzo.Montagnoli
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