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Di Alejandro Torreguitart Ruiz, giovane autore cubano, avevo gi letto il racconto lungo La marina del mio passato, che mi aveva impressionato favorevolmente per la capacit di creare unatmosfera di malinconica esistenza con unesplicita riaffermazione della libert individuale contro ogni imposizione del regime. L era una narrazione dove lelemento centrale era un vecchio rassegnato che trovava rifugio solo nel suo mare, con pagine finali di intensa commozione e di un lirismo che forse per questo lha fatto accostare al ben pi noto Il vecchio e il mare di Hemingway. Con Cuba Particular Ruiz cambia completamente registro, fornendoci una cronaca nuda e cruda della realt del suo paese, una sorta di verismo che non pu lasciare indifferente il lettore. Le case particular, a Cuba, sono quelle autorizzate dal governo a ospitare turisti stranieri e quella di Isabel, ex comunista che ha perso ogni fiducia in ci che credeva, ancora pi particular, perch la vecchia villa di calle veintitrs una sorta di alcova, dove vanno e vengono personaggi di varia natura, ma tutti legati da un unico scopo: fare sesso. C cos un ampio campionario di turisti, ben delineati nelle loro caratteristiche, che si alternano a occupare le stanze della casa. Locchio di Torreguitart ce li descrive anche impietosamente, nella loro veste di colonizzatori del sesso, ma non c mai disprezzo e solo fra le righe si pu intuire un certo sdegno per chi in fondo non capace di amare. Su un livello diverso si trovano le occasionali, o anche fisse, compagne di questi uomini; sono ragazze cubane costrette dalla necessit a vendersi, con la speranza per qualcuna di arrivare anche a sposarsi, per lasciare quel mondo di giorni sempre uguali, dove incontrastata domina la rassegnazione. Come nelle telenovela nascono rapporti, sbocciano speranze, crescono illusioni, crollano certezze, e poi tutto ricomincia, in unatmosfera in cui i sentimenti veri, quando ci sono, vengono impietosamente mortificati da paure per il passo che si vuol compiere, da quel desiderio inconscio di preferire il pressoch certo niente a un futuro forse migliore, ma pi spesso brumoso. Isabel, la proprietaria, osserva, consiglia, organizza come una regista e finisce con il diventare il fulcro di tutto il romanzo, la voce fuori campo che commenta. Sua la frase Questo ha prodotto la rivoluzione. Ai tempi di Batista Cuba era il casino degli americani. Adesso il casino del mondo., suoi sono certi atteggiamenti e giudizi come il fatto che solo lei possa criticare il regime, perch presente e perch ha creduto a una rivoluzione che nel tempo si tramutata in una dittatura da caudillo sudamericano. Torreguitart ha un occhio di riguardo per questa donna che ha vissuto gli anni pieni di speranza del regime castrista e che ora si limita a gestire la casa particular, per sopravvivere, anche se lei, a differenza delle ragazze che la frequentano, nate dopo, pu contare sul ricordo di un ideale, pur se tradito, e questo le permette di vivere, in uno con lamore, non interessato, per il suo compagno Paco. Per chi venuto al mondo nel periodo speciale, quello della ristrettezza economica, non c memoria di un passato, ogni giorno si apre solo con la certezza che nulla cambier e che se si vuol sopravvivere bisogna gettare in fondo al pozzo la propria dignit di essere umano. In fin dei conti, il romanzo di Torreguitart, pur nel suo drammatico realismo, finisce con il diventare un omaggio alla rivoluzione cubana, ai suoi ideali, che nel tempo un regime dispotico, lontano dai suoi stessi cittadini, ha per primo tradito. Renzo.Montagnoli
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