|
Scrittori presenti: 21056 Menu categorie Menu |
Penso che qualcuno potrebbe chiedersi il perch di questo mio commento critico, visto che di questa silloge sono stato gi il prefatore, ma gli risponderei che, nulla rinnegando di quello che ho gi scritto e che forse altri avrebbero meglio esposto, le inevitabili successive pause di riflessione mi hanno indotto a stilare questa recensione in modo del tutto particolare, al fine che sia meglio comprensibile il pensiero filosofico dellautore e la sua ars poetica. Ad ogni buon conto riporto di seguito la mia prefazione e continuer, riallacciandomi ad essa, a svolgere quello che ho in mente e che auspico possa risultare comprensibile, a tutto beneficio di una serena valutazione dellopera. Un uomo e la vita, un essere brancolante nel buio nella ricerca della comprensione di ci che veramente caratterizza e d un senso allesistenza. Il poeta, nellosservare se se stesso e il mondo che lo circonda, adotta una lente che una specula dellanima, cos che pi che parlare della realt oggettiva descrive le sensazioni che ne ritrae, non sempre condivisibili, ma sicuramente percettibili. Fabrizio Manini in Tentazioni ci offre la sua interpretazione dei grandi temi della vita, osservati da un angolazione che, pur portando a una realt soggettiva, offre al lettore spunti, riflessioni, indagini che finiscono per coinvolgerlo, perch lesistenza ha eguali elementi salienti per tutti. Ma se lamore, cos tanto cantato, sognato, idealizzato, sublimato da altri poeti, qui trova una sua malinconica espressione, come di un desiderio soffocato da un velo di pessimismo alla cui base c il rifiuto di qualsiasi forma di omologazione, la morte il tema ricorrente, puntualizzato, ripetuto quasi ossessivamente anche per inconscia sdrammatizzazione. Dunque, eros e thanatos, temi ricorrenti in poesia fin dai tempi antichi, ma anche metafore, laddove si consideri che lamore, per quanto tribolato e sofferto, rappresenta la vita, mente la morte appunto la sua antitesi e, nel pensiero di Manini, lunica certezza di tutto un percorso in cui le altre presenze sono solo riflesso di una volont di celare ai nostri occhi quale il nostro comune destino. In questo senso, anche il titolo dellopera, Tentazioni, trova il suo significato pi appropriato, in una chiave di religiosit naturale che vede nei desideri difformi dalla naturale essenza umana delle chimere che ci creiamo per distoglierci dal grigiore quotidiano. Cos, anche il dialogo con la morte finisce con il divenire lillusorio obiettivo di una congiunzione a priori, una proiezione dei nostri timori, delle nostre angosce che ci rende consapevoli delle stesse, finendo quindi per accettare il nostro stato di pavidi mortali. In queste poesie c tutto il frutto di una lunga maturazione, di una autoanalisi, spesso impietosa, che ha portato il poeta gradualmente a una corrosiva rassegnazione, in un pessimismo sottile che si dilata oltre i normali confini della nostra dolenza, ma che ha il pregio di fargli riscoprire una virt quasi desueta, quella piet che ancora pu farci accettare la vita per quel che . E se lesistenza permeata da una magmatica rabbia interiore che porta anche allodio, a quellodio di vivere che nei versi traspare in un lacerante urlo silenzioso, resta comunque il malinconico flusso di un pensiero che si fa carne per poter dire: Qualcuno ha detto che non si finisce mai di morire. Non ho fatto altro, non so fare altro. . Questa una silloge sofferta, ma anche una confessione liberatoria che a tratti travolge il lettore, pur senza sconvolgerlo, perch in ci che scritto non difficile ritrovarsi, giorno dopo giorno, ora dopo ora, in unesistenza in cui solo le tentazioni permettono di sopportare il male di vivere. Sono trascorsi alcuni anni da Ballate di vita, di morte e damore, lavoro che gi connotava le caratteristiche dellautore, e una lenta, ma proficua evoluzione, ha portato al compimento di questa opera di indubbia maturit, non solo stilistica, ma anche di pensiero. Il tempo passa per tutti, ma per un poeta loccasione per aggiungere riflessione a riflessione, per scendere sempre pi in profondit dentro se stesso, cercando di dare risposte a domande primordiali che tuttavia assumono con lesperienza e situazioni contingenti diverse vesti nuove, quasi camuffate, ma sotto labito sono sempre loro: perch esisto, chi sono, dove vado. Sono quesiti, che esplicitamente o anche in modo larvato, appaiono gi nelle citate ballate, cos come nelle opere successive, cio Voglio che dio mi mostri il suo volto e Grigie distese. E un percorso di conoscenza che, senza portare a comprensioni assolute, ogni volta consente di vedere un po pi in l, di rischiarare, magari solo appena, il buio che, pi che fuori, dentro di noi. Manini con Tentazioni non arriva a risposte certe, n mai vi arriver e cos anche gli altri poeti, ma acquista un barlume di verit tale da permettergli di proseguire in questo viaggio dentro se stesso con la convinzione che la via prescelta sia quella giusta. Posto che la morte lunica certezza, si aprono cos tanti sipari di fronte a quesiti che sempre, ma soprattutto ora in questa civilt dellapparenza, sono imprescindibili dalla logica raziocinante della mente e dallimpeto naturale dellanimo. Se le tentazioni sono falsi scopi per farci accettare la monotonia della vita, altrettanto vero che gi laver evidenziato questa circostanza rappresenta una svolta, una pietra importante nella tormentata ricerca della risposta alla domanda chi siamo. E, nella malinconia di chi procede a tentoni sapendo che altro non potr fare, si snodano i versi di un tormentato colloquio intimo di cui il lettore a poco a poco diventer partecipe. Tentazioni sicuramente unopera caldamente raccomandabile. Renzo.Montagnoli
|
Ora puoi inserire le news di zam.it sul tuo sito.
|