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E fuor di dubbio che da Fulvio Tomizza il tema dei confini, siano essi solo territoriali, oppure etnologici, particolarmente avvertito, anche per unesperienza diretta. Ma ci sono anche altri confini, pi nascosti, quasi subdoli che possono devastare la vita degli uomini e ne un tipico esempio Franziska, un romanzo di grande bellezza, in cui la capacit dellautore di penetrare nellanimo femminile raggiunge vertici inimmaginabili. Gi qualche cosa avevo intuito leggendo Gli sposi di via Rossetti, ma labilit nellimmedesimarsi, nel comprendere la sfera intima di una donna qui arriva a risultati che non potevo di certo nemmeno ipotizzare, per di pi in un uomo. Lavvio della storia risale a una data fatidica, allinizio di quel secolo pieno di trasformazioni e di sconvolgimenti che avrebbe visto ben due guerre mondiali. Il primo gennaio del 1900 nasce a San Daniele del Carso una bambina a cui viene imposto il nome di Franziska. Ai nati in quel giorno, entro le prime sei ore, limperatore Francesco Giuseppe ha promesso il suo speciale padrinato e, quel che pi conta, una donazione di mille corone. E nellottica del guadagno, della partecipazione al premio che la levatrice, in presenza di un parto difficile, nulla fa per aiutare la puerpera, con il fine che la nascita ufficialmente avvenga nelle prime sei ore del primo gennaio del 1900. Cos nasce Franziska, ma muore Marija, sua madre. La bimba crescer, diventando donna, in un mondo sconvolto da una rapida trasformazione e questo libro parla con tenerezza, ma senza enfasi, dei suoi sentimenti, delle sue emozioni, di un amore forte che poco a poco si dirader per colpa anche dellinvalicabile confine di classe. La sua storia con il tenente del genio Nino Ferrari ha tutto il sapore di unoccasione mancata e irripetibile, di un unione incerta fra due mondi che non arrivano a comprendere che i confini sono frutto solo degli interessi umani. Lamore diventa solo una parentesi, soffocata piano piano dalle difficolt di un rapporto tra etnie diverse e da classi sociali troppo differenti. Con lei a Trieste e lui ritornato a Cremona, sua citt natale, la relazione prosegue, come negli sposi di Via Rossetti, in forma epistolare. Non c pi la forza dellamore, ma un affetto tormentato che a poco poco si spegne. Resta in lei solo il ricordo di un giorno felice quando si conobbero e fra guerre, eccidi, e finalmente la pace, lo porter con s fino alla morte. La vicenda, descritta cos, sembra il tipico melo drammone strappalacrime, ma la grande abilit di Tomizza, che non si lascia mai prendere dalla compassione, fa s che sia una storia fra le tante, di un rapporto semplicemente difficile fra due sconfitti. Da leggere, perch lo merita. Renzo.Montagnoli
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