Francesco Gungui racconta il cibo come custode dei suoi ricordi. Ogni pietanza un nodo del libro, una potente macchina del tempo, una strada che conduce a momenti di vita, accomunati da sapori ed emozioni sempre differenti. Nel racconto l'autore veste i panni del bambino a scuola di fronte al suo primo amore o del ventenne che per la prima volta va a vivere da solo. Capita cos che un fico settembrino un po' salato all'indomani della Repubblica di Sal possa portare in una vigna sarda degli anni '80; una michetta pu condurci alla scuola elementare, al primo amore o otto anni, e il pesce fritto della mensa a un biglietto aereo per Londra, con tanto di fish and chips sul Tamigi, consumato il giorno stesso della decisione di abbandonare l'Italia. Un'ostrica insieme il simbolo di una famiglia e il sapore "algoso e bavoso" nella bocca di un bambino. Un viaggio esaltante attraverso momenti e luoghi, un mosaico di storie e personaggi, un'esaltazione del cibo e del ricordo. |