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Qualcuno ha ucciso il generale (Teadue)


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Chi era Giovanni Corrao? Di lui sappiamo solo che combatté al fianco di Garibaldi e venne nominato generale. Sarebbe stato un fulgido eroe del Risorgimento, se il silenzio non l'avesse sottratto ai libri di storia? E chi lo uccise, in un agguato con due colpi di lupara? Per farsene un'idea ci si avventuri in questo romanzo, basato su una cronaca indiziaria che elabora in modo visionario documenti reali, regalando a chi legge l'emozione di sentirsi trasportato in uno scenario di fine Ottocento, in una Palermo brulicante di congiure e sospetti. In una Sicilia fatta anche di "siciliani onesti" che qui rivendicano il loro posto nella storia.
 
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Un uomo da non dimenticare
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Giovanni Corrao, chi era mai costui?
Credo che ben pochi sappiano chi , tanto stato il colpevole oblio a cui fu destinato dallappena nato Regno dItalia, che saffrett a cancellarne la memoria dopo avergli tolto, con ogni probabilit, la vita. Era un generale palermitano, garibaldino, distintosi per coraggio, ascendente sulla popolazione siciliana e anche acume tattico durante la gloriosa campagna dei mille iniziata proprio con lo sbarco a Marsala e conclusasi, remissivamente, con lincontro di Teano fra Garibaldi e Vittorio Emanuele II.
Personaggio scomodo, questo Corrao, protagonista poi della sfortunata spedizione che vide sullAspromonte il ferimento a una gamba delleroe di Caprera, ma a differenza di questultimo, sulla via di un declino dovuto allet e allartrite che lo affliggeva dolorosamente, lardimentoso siciliano era ancora nel pieno del suo vigore con quarantuno anni ben portati, per quanto disilluso per il verso che avevano preso le cose, ma sempre pronto a non tirarsi indietro qualora ci fosse anche solo labbozzo di un tentativo rivoluzionario.
Questuomo, dalle umili origini (svolgeva lattivit di calafato), in fin dei conti era un puro idealista che aveva una visione sfumata di una repubblica italiana, ma sempre fedele ai principi mazziniani e al suo grande eroico generale, quel Garibaldi intrepido e avventuroso fino a quando la salute e gli interessi del regno sabaudo glielo consentirono; al nizzardo fu tuttavia riservata sorte migliore, perch tanta era laureola che portava sul capo per le sue imprese che era necessario servirsene per ammantare di gloria una spedizione, tutto sommato conclusasi felicemente soprattutto per lazione corruttiva avviata dal Cavour; Corrao era assai pi pericoloso, perch nel fiore degli anni e tenacemente teso a concretizzare una repubblica italiana in cui finalmente fossero riconosciuti diritti inalienabili a tanti contadini siciliani e anche alla moltitudine dei nuovi italiani, vessati dapprima dai vecchi stati e ora da quello nuovo appena nato.
E fu cos che un giorno del 1863 (era il 3 agosto) alle porte di Palermo due colpi darma da fuoco troncarono la vita di Giovanni Corrao e subito vi furono depistaggi di vario genere, mentre il popolo dellisola, ma anche molti nobili che lamavano, provvidero a solenni esequie. Ufficialmente si parl di mafia, onde screditarne la figura, ma chi aveva una visione pi ampia non pot fare a meno di pensare che se la mafia era lesecutrice, il mandante stava pi lontano, veniva dal governo del nuovo stato italiano; pens e non grid, perch il rischio di perdere la vita era quasi una certezza. Poi fu compito dei governanti, fra i quali un vecchio compagno nella lotta antiborbonica (quel marpione di Francesco Crispi), a far dimenticare questa nobile figura, mai presente nei testi scolastici fra i generali garibaldini, un colpevole oblio che con il trascorrere degli anni diventato vera e propria condanna post-mortem.
A riparare ci ha pensato Matteo Collura con questo libro, a met fra saggio e romanzo storico, puntuale nella ricerca della documentazione, in parte allepoca volutamente distrutta, proponendoci un personaggio che, uscito dalla nebbia, appare splendente come il sole. Non vi dubbio che per lui lautore nutra una particolare simpatia, senza che per, per questo, finisca per ingigantire unimmagine oltre quelli che erano i suoi effettivi meriti.
La sua, cos, diventa una narrazione avvincente e convincente, con pagine che restituiscono al mondo momenti gloriosi e anche di dolore, parte integrante della nostra storia, tassello, come tanti, indispensabile per conoscerla.
Ci si appassiona, nel leggere, ma quando si arriva allomicidio di Corrao, atto scellerato inserito in un contesto paesaggistico di straordinaria bellezza, per quanto le parole siano misurate e mai enfatiche, non possibile evitare di lasciarsi prendere dalla commozione nel vedere questuomo, gigantesco in tutti i sensi, privo di vita nella polvere della strada, un destino crudele, simile a quello che in seguito sar proprio di chi si batter, anche senza speranza, per un mondo migliore e pi giusto.
Da leggere, senza alcun dubbio.


Renzo.Montagnoli

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