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Occidente. Il diritto di strage (Gli elefanti. Narrativa)


Ferdinando Camon Libri


In "Occidente" Ferdinando Camon esplora - come in una allucinante discesa agli inferi - le ragioni profonde del terrorismo. Non punta tanto alla restituzione immediata del comportamento di una formazione neonazista, uno di quei gruppuscoli tristemente famosi per il loro coinvolgimento nella strategia della tensione che ha insanguinato l'Italia. A interessarlo sono piuttosto le motivazioni psicologiche più profonde e inconfessabili del suo leader: una maschera che s'imprime nella memoria anche per il suo rifiuto nevrotico della morte fisica, della morte "naturale", che si sublima in una missione mortifera, in grado di arrestare il progresso collettivo e al tempo stesso di assicurargli sopravvivenza perenne. Un intero capitolo di "Occidente" fu trovato nel covo della cellula neonazista cui fu attribuita la strage di Bologna: ricopiato a mano, tutto in caratteri maiuscoli, serviva ai membri della cellula per spiegarsi a se stessi, meglio di quanto avevano saputo fare i loro capi.
 
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Perch fra i non pochi libri che ha scritto mi sono procurato e ho letto Occidente? Camon ha la straordinaria capacit di analizzare i fenomeni non superficialmente, ma cercando di capire i motivi e questo considerando tutta una serie di variabili che vanno dalla situazione contingente in cui hanno iniziato a manifestarsi alla psicologia degli uomini che insieme sono stati soggetti attivi e passivi dellaccadimento.


Il nostro paese stato travagliato da un lungo periodo di terrore, di matrice di estrema destra e di estrema sinistra, che necessita di una comprensione, per capire il perch, per trovare una giustificazione logica a un qualche cosa di illogico, per sapere, onde evitare che questi anni di piombo si possano ancora ripresentare.


Il romanzo di Camon, difficile soprattutto perch in una persona normale certi comportamenti e alcune motivazioni entrano in aperto e doloroso contrasto con la sua natura, una discesa allinferno per cercare di comprendere i motivi di questo orrore.


E un viaggio nellincubo, nella follia di menti che, sconvolte, hanno con le loro azioni sconvolto un paese e la vita dei suoi abitanti.


Se con La vita eterna il racconto dellautore era improntato a un velo di piet per un mondo definitivamente sparito, qui a volte emerge la rabbia e non c la minima assoluzione per questi terroristi, anzi la loro condanna nelle stesse parole che Camon ha fatto loro dire.


Non c nulla di pi drammaticamente conclusivo dei concetti espressi da Franco, il capo dei neri, un individuo che teme la morte, anzi il solo pensiero che un giorno tutto dovr finire gli rende impossibile la vita; e allora si fa lui portatore di morte, indiscriminatamente la esporta verso ignari cittadini, ritraendo il sottile piacere di liberarsi momentaneamente del suo incubo concretizzandolo in altri.


Per far questo si costruisce anche unidea che sia lo specchio della coscienza, cos da giustificare il suo odio e il suo crimine. In questo mondo ci sono gli eletti e lui uno di questi, mentre tutti gli altri sono comparse inutili, o meglio sono utili quali vittime sacrificali per la purificazione di un sistema in cui lapoteosi solo il senso di onnipotenza del carnefice, in una convulsione di egocentrismo che prevede solo la sua esistenza.


E inutile dire che in simili individui non esistono n la piet, n la consapevolezza dei propri limiti; uccidere diventa cos una necessit quale respirare per vivere e le loro stragi non sono considerate atti criminosi, trovando giustificazione in una contorta e aberrante filosofia che non alla base del loro comportamento, ma stata adattata appositamente per fornire una motivazione dello stesso.


In realt gente come Franco il ritratto dellinsoddisfazione per ci che realmente si , rispetto a ci che si vorrebbe essere, la figura di frustrati, pavidi e in rotta con se stessi, ma che trovano sfogo al rancore che li pervade scaricandolo su altri, del tutto inermi ed incolpevoli, e proprio per questo idonei capri espiatori.


Camon ci ha fornito un quadro, unanalisi attenta e apolitica di un movimento, sondando gli aspetti psicologici dei componenti e mettendo a nudo laltra verit che in noi, quella paura ancestrale che a volte, come nel caso specifico, pu portare a uno stato di follia individuale e collettiva. Lonnipotenza bramata dalluomo quindi il segno manifesto della sua debolezza, luccisione di altri, del tutto innocenti, rivelatrice di una sete di vendetta per la propria condizione di immaturit.


Ma il terrorismo anche rosso ed ecco allora il narratore che ci parla di Miro che, a differenza di Franco, non sogna di distruggere una societ, ma brama cambiare un sistema, un fine da raggiungere con qualsiasi mezzo, anche con lomicidio di coloro che rappresentano la struttura portante dello stato.


E una figura in apparenza solo migliore di quella di Franco, se non altro perch non c una vocazione nichilista, ma anche qui esiste quel diabolico potere, che si autoalimenta, di poter disporre della vita daltri, una frenesia che sconvolge e travolge.


Nel caso di Franco la visione dellindividuo che prevale, in quella di Miro invece quella della massa, un fiume che avanza e che spezza tutto.


Nel primo si potrebbe dire che i mezzi sono il fine, nel secondo i mezzi servono a raggiungere il fine, ma in entrambi presente un egocentrismo che li porta a considerarsi superiori a tutti e quindi a decidere anche per gli altri. E non un caso se in una battaglia cittadina quasi si rendono gli onori delle armi.


Occidente un romanzo s difficile, ma anche un capolavoro.




Renzo.Montagnoli

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