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Chi sono, da dove vengo, dove vado?
------------------------------------------- Non un caso il titolo, perch il periodo intercorrente fra il solstizio destate e quello invernale un lasso di tempo del tutto particolare, nel corso del quale la natura prorompe al suo massimo splendore, per poi declinare progressivamente e spegnersi coi rigori del dicembre. Gi, la natura, sempre la natura, fonte dispirazione come se bastasse darle unocchiata per approdare a nuove idee, per aiutarci in quella spesso inconsapevole ricerca dellassoluto. Ma la natura non sono solo gli alberi, il cielo o comunque quanto ci circonda, la natura siamo anche noi, piccoli esseri che attraversiamo le stagioni della vita con gli occhi sempre pi rivolti allindietro mano a mano che ci avviciniamo allultimo solstizio, in cui il nostro sole interno, gi acciaccato dagli anni, silenziosamente si spegne. Franca Canapini, con queste poesie, in effetti ha compiuto un percorso, dentro se stessa, una ricerca di qualche cosa che si intuisce, ma mai si materializza; un tentativo normale (chi non lha mai fatto?) di un approccio con il divino, attuato con losservazione non cosciente di tutto ci che gira intorno a noi, con un abbandono completo del proprio corpo, svincolato da tensioni e grigiori quotidiani, per pervenire a quella levit che permette di galleggiare in un tempo sospeso, in cui siamo e non siamo, in cui quel che vediamo i nostri occhi mai hanno potuto prima scorgere. Sono poesie di sensazioni, di colori, a volte tenui, altre pi accesi (Ancora si piega il gelso delle more / in questa immobilit verde / e gialla e rosa e rossa / appena mossa da fremiti / e alati pensieri di timore. /), di vita, fra alti e bassi, fa rese e riscosse, tutto un percorso dellesistenza visto dallalto, distaccato, in un senso del divino, ovviamente personale, ma che ha il presupposto, indispensabile, dellastrazione completa, dellosservazione da un vetro senza poter esser visti, e non un caso se a volte presenzi un misticismo, per nulla di maniera, una sorta di afflato inconscio con ci che a tentoni si cerca, si avverte, senza poi poter toccare (Chiudimi tra le tue grandi braccia / Padre / che possa infine smemorare / nel tuo amore; /). E la ricerca non pu prescindere dal passato, che lento riaffiora per dare consapevolezza del presente e, soprattutto, una fune sicura a cui aggrapparsi, da tenere stretta stretta, in un viaggio nellignoto (Verr in un giorno di vento / scuoter i rami di memoria / torner al tronco / sospeso sopra il fosso / mi cercher in quella / nostra terra. /). Chi sono, da dove vengo, dove vado? Tre domande che accompagnano il viandante, di cui invano attende la risposta certa, tre domande a cui nessuno pu rispondere, se non calandosi in se stesso, scendendo sempre pi gi nel proprio io, dove lenergia vitale dellanima il soffio del Divino. Coraggio, il viaggio appena cominciato e gi abbiamo i primi resoconti, taccuini di versi che si srotolano, traspaiono di allegrezza e di malinconia. Ancora tanto c da camminare, immagini, intuizioni, ricordi, emozioni da fermare con le parole, un messaggio per chi poi verr dietro, passo su passo, una ricerca infinita senza mai approdare. Leggete, viaggiate con Franca, scoprite, attraverso lei, un po di voi. Renzo.Montagnoli
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