Forse nessuno ha saputo descrivere il fascino de "L'Isola del Tesoro" con la stessa chiarezza del suo autore. Nel famoso preambolo in versi al romanzo, Stevenson esprime il semplice desiderio che ai giovani dell'epoca in cui scrive possa ancora piacere una storia narrata alla vecchia maniera. Una storia di mare, di navi e bucanieri. Anche a noi oggi viene da ripetere l'augurio, ma con una certezza in pi. Questo romanzo per la giovent, impareggiabilmente sceneggiato e scritto, piacer ancora a tutti quelli che la giovent la possiedono o la serbano nel cuore. Il ragazzo Jim, Long John Silver, il dottor Livesey e gli altri personaggi sono emblemi cos perfetti di un'infanzia infinita nella sua magia ma gi protesa verso il mondo dei grandi - un mondo maschile che si fa universale nella sintesi fiabesca - da avere rinnovato gli archetipi della storia di formazione, di avventura e scoperta, cucendo loro addosso una veste ambientale e stilistica forse definitiva. Perch quello che pi ci colpisce - quello che pi colpisce ognuno, a ogni et - in questo libro, l'energia delle rappresentazioni e la persistenza delle immagini, che siano di persone o di paesaggi. Ogni pagina si trasferisce senza indugio nella memoria e rimane per sempre. La fantasia e il dilemma della scelta. Il gioco e il dramma del mare, della guerra e della morte: "L'Isola del Tesoro" contiene tutto questo insieme a quasi tutti i sentimenti, alle virt pi nobili e ai peggiori peccati: la lealt, il coraggio, la paura... |