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Il Gabbiano di Torrefiamma di Silvia Bellia: quando il racconto fantastico diventa reale Un giorno, un certo signor Vittorio Alfieri disse che il libro e devessere la quintessenza del suo scrittore, questo ancor pi vero se si tratta di un racconto che va nel profondo, che scava nel labirinto del proprio io scegliendo la strada dellinconscio e dellirrazionale. Inventando una favola fatta di uomini, debolezze e forze interiori. la storia della catanese Silvia Bellia, ventotto primavere allattivo e un esordio come autrice de Il Gabbiano di Torrefiamma, narrazione fantastica costruita su simboli e universi mistici in cui facile ritrovare la propria dimensione. E, a un anno dalluscita del libro, la meritata conquista del premio I funamboli del cielo. -Un racconto suggestivo, surreale ma al contempo ricco di significato attuale: come e quando ha cominciato a prendere forma il tuo libro? Io scrivo racconti da quando ho imparato a scrivere: per me la scrittura la forma di comunicazione pi autentica, perch permette di conservare la libert interiore e di rimanere in contatto con la verit di se stessi. Ho sempre privilegiato la narrazione fantastica, che mi d la possibilit di accedere a una prospettiva originale, lontana dal senso comune. Il Gabbiano di Torrefiamma nato in un momento di passaggio, quando mi sono trasferita da Catania a Pisa per seguire il corso universitario in Filosofia e forme del sapere. Scrivere mi ha aiutato a confrontarmi con la realt e mi ha tenuto compagnia nei momenti di solitudine: la voglia di sperimentare ci che non avevo trovato in altri libri e di far confluire in una storia unica motivi letterari gi noti che risuonavano dentro di me per la purezza e luniversalit dei loro significati mi ha spinto a creare un percorso di formazione adatto ai nostri tempi, in cui la protagonista combatte contro una realt immobile, contro il nichilismo del mondo esterno e dei suoi pensieri. Penso che la gioia pi grande di uno scrittore sia la responsabilit di raccontare qualcosa che dipenda dal suo giudizio e dalla voce della sua fantasia, elementi che non sono chiari mentre si scrive, ma solo dopo aver compiuto il viaggio creativo. - la leggerezza e l'equilibrio per taluni tuoi personaggi si materializzano nell'ignoranza, per altri nella solidariet e rapporto con gli altri: come si raggiunge per te l'equilibrio? Credo che lequilibrio sia un valore fondamentale del nostro tempo, un ideale che deve sostenerci in un contesto in cui tutto precario; unutopia di libert, eleganza e compiutezza che solo in rare occasioni diventa reale, parlo di quegli istanti privilegiati in cui ti accorgi che la tua vita ha un senso. Come quando, nella mia storia, Albatros e Clarminia si prendono per mano e sono in grado di sfidare la forza di gravit grazie alla resistenza del loro legame, avanzando con fiducia verso limprevedibilit del mare aperto. Lequilibrio qualcosa di molto personale: non si pu essere forzati a condividere la luce e lillusione di stabilit di qualcun altro, per questo Clarminia fugge da Torrefiamma, per cercare la propria risposta allenigma dellesistenza e per creare una nuova armonia, non sempre perfetta, ma aperta e in crescita, insieme alla persona che ha scelto di avere accanto. - Torrefiamma bruciata dal sole mentre Biblicanto sorge nelle tenebre: qual la dimensione che si avvicina di pi a te? Nel mio racconto i valori del giorno e della notte sono invertiti: la luce opprime e il buio nasconde uno spazio di libert. Lavorando con i simboli ho potuto affrontare in modo diretto la loro ambivalenza. Nel canto della mezzanotte fonda di Nietzsche si scopre che Il mondo pi profondo di quel che il giorno pensava e che la luce non sempre ha la funzione di chiarire, ma a volte uccide la verit. Non si tratta di essere relativisti, ma di svelare lambivalenza che caratterizza qualunque sentimento umano. Anche nella Bibbia Dio il Signore del giorno e, allo stesso tempo, Colui che protegge allombra delle sue ali. Ho voluto porre laccento su questo scambio di prospettive: La protagonista, Clarminia, che per definizione clara, ha il compito di fare chiarezza sulla sua esistenza, ma per raggiungere la conoscenza di s deve necessariamente allontanarsi dal sole di Torfefiamma; non pronta a farsi divorare dalla fiamma allinizio della sua vita. Non pu sottoporsi al giudizio finale senza aver vissuto, senza aver esplorato le risorse del suo inconscio e le possibilit che le sono state donate per il semplice fatto di esistere. Come scrive Emily Dickinson: La verit deve abbagliare gradualmente/ o tutti saremmo ciechi. - Quanto ha inciso lo studio della filosofia nella stesura de "Il Gabbiano di Torrefiamma"? Devo molto alla filosofia. La mia visione della letteratura legata indissolubilmente alla riflessione filosofica: non si pu scrivere un racconto senza comunicare una visione del mondo. I funamboli del mare evocano alcuni atteggiamenti tipici delle filosofie ellenistiche: lassenza di preoccupazioni propugnata dallepicureismo, lestraneit ai beni esteriori e lapatheiea dello stoicismo, il distacco e limperturbabilit dello scetticismo; convinzioni che, se portate allestremo, conducono allabbandono pessimistico di ogni pretesa di controllo sulla realt, fino a giungere a un nichilismo riconoscibile come sintomo del nostro tempo. Come insegna la storia della filosofia, il nichilismo si generato e continua a prodursi nel momento in cui lio decide di diventare il solo referente di se stesso: se lio creatore di se stesso, allo stesso modo pu essere anche il suo sterminatore. Contro questo pensiero mortifero il gabbiano della mia storia rappresenta uno spiraglio di libert: il richiamo alla vita oltre se stessi. - Lultima frase del tuo libro un'incitazione al lettore ad accogliere questa storia nel suo cuore ma ci inevitabile perch, come scrivi nelle prime pagine, chi vuole seguirti lascia i suoi pensieri: alla tua prima esperienza da autrice, cosa provi al pensiero di coinvolgere appieno il tuo lettore con le tue parole? una cosa che mi emoziona: sono orgogliosa di aver creato a una storia che possa essere il punto di partenza di una riflessione esistenziale. Mi piace confrontarmi con chi ha letto il mio libro. Ho gi fatto qualche sondaggio e ho appreso che i funamboli del mare sono i personaggi pi graditi; recentemente ho vinto un premio letterario intitolato Funamboli del cielo. Tutto questo interesse mi conforta, perch i funamboli compaiono per la prima volta nel racconto a pagina 39: significa che la maggior parte dei lettori ha retto fino a quel punto, ma vuol dire anche che il bisogno di equilibrio e la necessit di confrontarsi con il nulla sono pi diffusi di quanto si creda in una societ che non ha punti fermi e che non promette alcun futuro. - Il personaggio di Albatros del quale Clarminia s'innamora rappresenta la sapienza ma, alla fine, mostra anche la sua debolezza: si tratta di una chiara allusione al genere umano che, nonostante i suoi difetti, rimane sempre amabile per la sua imperfezione? Ammetto che il personaggio di Albatros quello che preferisco: mi piace la sua capacit di volare alto, di astrarsi, di ricercare la leggerezza. Al contrario, Clarminia cade e sprofonda: la sua attitudine a sviscerare le contraddizioni dellanima e il proposito di scavare nel sottosuolo dei suoi affetti per rinvenire la verit fanno di lei una protagonista drammatica. Si tratta di due eroi estremi, che mostrano solo una dimensione del loro carattere: la componente simbolica. Limperfezione consiste nella loro unilateralit. La loro forza, invece, legata al fatto di essere complementari. Clarminia impara da Albatros ad accettare se stessa, a vivere senza senso di colpa e insegna al suo amato a riprendere in mano lesistenza come un dono, senza lasciarla cadere nel vuoto. essenziale che le loro storie si incontrino: come se i due scrivessero e firmassero insieme il resoconto di ci che hanno appreso sulla vita per ricominciare ad amarla. - Ci sono altre fatiche in cantiere? Mi piacerebbe sviluppare una scrittura surreale che si accosti sempre di pi alla realt. Sono affascinata dal tema della crescita e della soglia che separa linfanzia dal mondo adulto. La storia di Peter Pan e quella di Pinocchio non smettono di incantarmi. Vorrei esplorare il punto di partenza di ognuno di noi, capire perch siamo quello che siamo. Capisco che si tratta di un progetto ambizioso, ma cos che nasce un racconto. Non resta che fare spazio nello scaffale dei libri, allora. E, soprattutto, nella nostra mente. Valentina Chisari silvibell Montagne come questa si salgono una sola volta nella vita. Il gabbiano di Torrefiamma comincia con queste parole. un racconto che affronta il mistero della crescita e il percorso di iniziazione alla vita attraverso visioni surreali e metafore poetiche.
I personaggi sono sospesi tra il desiderio di fuggire e lesigenza di tornare a se stessi. Clarminia, la protagonista, ha sempre vissuto chiusa con il padre a Torrefiamma, una fortezza inviolabile, immersa in una luce accecante. Fino a quando un giorno, mentre da sola guarda fuori dalla finestra rimane affascinata dal volo di un gabbiano. l'inizio di un viaggio di conoscenza, attraverso luoghi fantastici e immaginari. La prima tappa il faro di Biblicanto, una biblioteca di borgesiana memoria, completamente circondata dal mare: un rifugio perfetto, in cui il sapere ha il compito di colmare i vuoti di unidentit ancora in divenire. Ma anche questa torre davorio dovr essere abbandonata alla ricerca di presenze umane in grado di condividere lavventura della vita descritta nei libri. Clarminia incontrer i funamboli del mare, una trib che abborda lesistenza con leggerezza, sospingendosi tra le onde in una danza nichilista che ha il suo punto di forza nelloblio. Il viaggio della protagonista, ardito ed emozionale, si svolge tra attese prolungate, tuffi vertiginosi, naufragi malinconici e corse in bilico sulla superficie dellacqua, lasciando intravedere sempre pi intima e pressante la necessit di un ritorno alla fonte immutabile dei propri affetti. Lamore concepito come intreccio di voci narrative che si alimentano a vicenda, creando un senso unico nella reciproca accoglienza. Il gabbiano di Torrefiamma soprattutto una storia fatta di simboli e di richiami letterari. Si tratta di una fiaba senza tempo, che percorre i mutamenti dellanima. Mentre Torrefiamma simboleggia lesperienza dellimmobilit fiera delle proprie certezze, un fuoco che basta a se stesso, che divora e consuma ogni desiderio di cambiamento, levasione annunciata dal gabbiano diviene essenziale per crescere, per diventare coscienti di s, facendo i conti con la notte, il nulla e la mancanza. Il magico mondo evocato da questo racconto diventa il ritratto di un universo interiore nel quale ogni lettore pu rivedersi. Ognuno ha un percorso da compiere, una solitudine da superare, per riappacificarsi con il passato, in cerca del proprio equilibrio mammuth
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