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Innocente, anche se colpevole
------------------------------ Negli ultimi anni della sua vita, quasi pago dei successi ottenuti dai suoi romanzi, ma pi probabilmente perch la vena creativa si era un po esaurita, Leonardo Sciascia prese spunto da fatti realmente accaduti per una loro rivisitazione, chiamando gli scritti infatti Cronachette. E tale anche 1912 + 1, titolo alquanto strano, ma che, come vedremo in seguito, ha una sua precisa ragion dessere. E del 1913 il fatto della cronachetta, sicch logico pensare che lui fosse un po superstizioso, ma cos non , perch quella votata agli scongiuri ben altra persona, un altro scrittore allora in grande spolvero; questi, bench meridionale e di conseguenza per lui il 13 doveva essere considerato un numero fortunato per una repentina infatuazione per il Nord dellItalia, ove soggiorner a lungo fino alla morte, inizi a vedere il 13 come sinonimo di jella, di sfortuna nera e allora prese a non citarlo, tanto che in uno dei 50 esemplari delledizione su papier de Hollande del Martyre del Saint Sebastien, scritto direttamente in francese da Gabriele DAnnunzio durante il suo non breve soggiorno ad Arcachon, ove si era rifugiato incalzato dai creditori, figura una dedica autografa << Fernand Charles Ecot Chaque flche est pour le salut. Gabriele dAnnunzio, 7 jiun 1912 + 1>>. Questo libro entr nella biblioteca di Sciascia che non pot fare a meno di notare la stranezza della data e alla luce della sua scarsa stima dellautore abruzzese mise bene il rilievo la circostanza agli inizi della cronachetta. A parte questo inciso, il fatto non riguarda direttamente il vate nazionale, se non per quella atmosfera di fulgide apparenze e di squallide realt che sembravano caratterizzare linizio del XX secolo, con la conquista della Libia e la feroce repressione dei ribelli, con le classi sociali ben delineate e talmente chiuse da risultare impenetrabili. Ed appunto da un incontro fra un ceto superiore e uno inferiore che nasce il fatto, con la contessa Maria Tiepolo, moglie del capitano di Stato Maggiore Carlo Ferruccio Oggioni, che l8 novembre 1913 uccide con un colpo di pistola sparato quasi a bruciapelo lattendente del marito, il bersagliere Quintilio Polimanti, nella vita civile falegname, ma ribattezzato dai giornali ebanista per cercare di rendere meno evidente la differenza di classe. Il processo che ne segu loccasione per Leonardo Sciascia di mettere in risalto vizi privati e pubbliche virt, spesso con unironia dirompente, da cui esce un quadro per nulla lusinghiero degli uomini in genere e di quel particolare contesto sociale. Sono continue annotazioni, riflessioni che accompagnano gli atti del procedimento che, come non poteva che essere prevedibile, si concluder con lassoluzione dellassassina. Il sostegno indispensabile alle forze armate, appena uscite vittoriose dalla campagna di Libia, e il patto Gentiloni che chiamava alle urne i cattolici, prima diffidati dal pontefice, a patto che il parlamento si attenesse rigorosamente ai principi cristiani, non cedesse alla tentazione di fare una legge sul divorzio e considerasse pertanto la famiglia una e indivisibile influenzarono i giurati e cos accadde che un colpevole, peraltro reo confesso, anche se a suo dire per difendere la propria onorabilit, diventasse di colpo innocente, in un iter che di verit univoche non ne ebbe, ma tante, tantissime, in un contesto fatalmente pirandelliano, in cui apparenza e realt si confondono, confondendo anche chi chiamato a giudicare. Non certo un capolavoro di Sciascia, che tanti peraltro ne ha scritti, ma 1912 + 1 uno di quei libri, di gradevolissima lettura, a cui ci si affida con fatalismo constatando che il nuovo secolo, il nostro, porta troppi segni del precedente, tanto che le somiglianze son pi delle differenze, e credo che se fossero ancora in vita Pirandello e Sciascia si limiterebbero a sorridere, come per dire che novit! Ve lavevamo gi detto, no?. Renzo.Montagnoli
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