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La Poesia
--------- Dino Campana nacque a Marradi il 20 agosto 1885 e mor a Scandicci il 1 marzo 1932. La sua fu una vita travagliata, errabonda, con ogni probabilit del tutto infelice, unesistenza al di fuori di ogni canone, con frequenti ricoveri in manicomio. Rifiutato di fatto dalla madre, tollerato dal padre, emarginato dai suoi compaesani che lo consideravano il matto, osteggiato dai letterati dellepoca, non difficile comprendere come Dino Campana sia passato da una naturale predisposizione (uno zio era pazzo e lo stesso genitore aveva trascorso un breve periodo in una clinica per malati mentali) alla malattia vera e propria, diagnosticata dallo psichiatra Carlo Pariani in ebefrenia, una forma acuta e particolarmente grave di psicosi schizofrenica. Ma Dino Campana era veramente un alienato mentale e, se lo era, quali furono le cause? E questo che si deve essere chiesto Sebastiano Vassalli quando inizi ricerche in proposito, ultimate le quali scrisse questo libro, una vera e propria biografia del poeta di Marradi che spesso sconfina nel romanzo, nellindagine storica, nellanalisi comportamentale, e che non solo consente di avere unidea abbastanza esatta delluomo Campana, ma anche una maggior comprensione dei Canti Orfici, il suo poema, il riflesso di una persona sola e senza speranza che si rifugia nellunica soluzione possibile: uno stato di dormiveglia in cui il sogno la valvola di sfogo per fuggire da una realt intollerabile. Rifiutato da tutti, pi volte internato in manicomio, appare unimmagine del poeta simile a un anarchico errante, ma che non distrugge, non contesta, bens rifiuta quel mondo che non lo vuole fino ad autodistruggersi, non prima per di aver alzato il suo canto di dolore e di libert, quei Canti Orfici, prima osteggiati da tutti e poi, molto pi tardi, dopo la sua scomparsa, osannati. Si potrebbe dire che Campana presenta uno sdoppiamento della personalit: luomo, emarginato dalla societ, che vive alla giornata seguendo improvvisi impulsi, e il poeta, o meglio la poesia. Come precisa Vassalli ci sono scrittori di poesie, ma Dino non lo , perch in lui vive la poesia e finisce con il diventare la poesia stessa, una poesia onirica. Cos Campana diventa un mezzo, una voce attraverso la quale la poesia parla, uno strumento di cui egli stesso artefice e succube, lunica vita possibile che gli rimasta e nulla ha pi senso dopo il completamento dei Canti Orfici, unopera che per lautore un volo senza tempo, la misura dellesistenza di un uomo a cui stato reso impossibile vivere da uomo. Vassalli scrive Ma forse proprio vero che i poeti appartengono ad una specie diversa, primitiva, barbara, da sempre estinta eppure sempre in grado di rinascere come quella dellaraba fenice. I poeti autentici, dico: non i letterati o gli scrittori di poesie, ma proprio quelli per mezzo dei quali la poesia parla. Gli unicorni, i mostri. E forse il pi bellomaggio a Campana, ma non gratuito, una valutazione ragionata, che mi trova daccordo. E i Canti Orfici diventano cos la giustificazione di unesistenza invivibile, quasi unaltra vita, autonoma, ma immortale. Vassalli ha inoltre il pregio di inquadrare il personaggio nella societ dellepoca, con degli spaccati precisi e fluenti di non pochi ambienti, da quelli di paese ai letterari, dagli ambienti universitari alla triste condizione dei ricoverati in manicomio, un lavoro preciso - si potrebbe definire di cesello che aiuta molto a comprendere la figura di Campana, forse un originale che non sarebbe mai impazzito se fosse stato accettato e rispettato come tale. Avremmo avuto cos un Dino Campana diverso e Sebastiano Vassalli avrebbe potuto scrivere questo libro solo con lestro della fantasia, come del resto precisa Ma se anche Dino non fosse esistito io ugualmente avrei scritto questa storia e avrei inventato questuomo meraviglioso e mostruoso, ne sono assolutamente certo. Lavrei inventato cos . Il grande merito dellopera quella quindi di una ricerca della verit attraverso la quale comprendere Dino Campana e, soprattutto, i Canti Orfici. Vassalli riuscito a portare a termine unimpresa quasi titanica, con la pazienza e la meticolosit dello storico, unite a un grande amore per la poesia, senza il quale non avrebbe potuto concludere nulla, rimanendo attinente ai fatti, sviscerandoli, interpretando anche, ma senza inventare nulla. Dino Campana talmente unico che non c bisogno di creativit per narrare della sua vita non vita; quel che occorre, invece, il rispetto, la piet per luomo e appunto lamore per la poesia, caratteristiche che a Vassalli di certo non mancano. Il libro termina con un racconto di grande effetto: Natale a Marradi, relativo allultimo Natale trascorso da Dino Campana nel paese natio insieme a Sibilla Aleramo. E la degna conclusione di unopera di grande valore non solo storico, ma anche letterario. Renzo.Montagnoli
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