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Lo scopo della scrittura
----------------------- La scrittura: lei la protagonista della storia che sto raccontando. Il popolo dei Rasna, che io ho conosciuto prima che i suoi sacerdoti piantassero lultimo chiodo nel muro di Northia, credeva che gli uomini dovessero esistere nel tempo come gli insetti esistono nella notte, inebriandosi della loro vita finch gli possibile, e poi tornando a scomparire nel buio. Aveva scoperto, in alternativa alla scrittura, un modo di rivivere il passato, e forse anche di anticipare il futuro, muovendosi lungo la catena di eventi che costituiscono la storia del mondo, come sui gradini di una scalinata infinita, in un senso e nellaltro; ma quel modo non aggiunge e non toglie niente ai singoli uomini, e non modifica le loro storie. La scrittura, invece, pu durare (e di solito effettivamente dura) ben pi di chi se ne serve; e ci pu dare quellillusione di immortalit che pi di ogni altra illusione passata o presente ha abbagliato gli uomini della mia epoca. Virgilio, Orazio, Properzio, Agrippa, Mecenate e lo stesso Augusto, si sono riscaldati alla luce di quellillusione, e hanno creduto di poter vivere oltre la morte fino a diventare immortali, rispecchiandosi nella loro scrittura o in quella degli altri Ogni volta che leggo un romanzo di Sebastiano Vassalli mi stupisco perch riesce a non essere ripetitivo, pur rientrando sempre nellambito storico, che invece delinea una ripetitivit di fatti e di comportamenti che induce a pensare che luomo sia rimasto sostanzialmente immutato nel tempo, con le sue passioni, le sue pulsioni, con una natura congenita che si ritrova sia in epoca romana che in quella attuale. Le tematiche sono le pi svariate, ma imperniate su un attento lavoro di ricerca che di fatto riporta alla luce unepoca attraverso una creativit che nulla toglie e nulla aggiunge a quella che era, oppure , la realt. E questo il caso di Un infinito numero, che racconta di un viaggio compiuto in Etruria in et augustea da Mecenate, Virgilio e Timodemo, questultimo schiavo acquistato sul mercato di Napoli dal grande poeta latino e liberato dopo pochi anni. E appunto questo ex schiavo, materializzatosi fra i personaggi ideati da Vassalli, che riveste la parte dellio narrante, in un ideale congiunzione temporale fra quella lontana epoca e lattuale. Ma perch questo viaggio? Qual il suo fine? Virgilio, tramite Mecenate, ha gi avuto lincarico da Augusto di scrivere un poema sulle origini di Roma, unopera che dovr restare eterna, per glorificare la sua potenza e anche lattuale dominatore, quellOttaviano dalle incerte origini che ricerca, o meglio pretende di essere lanello di una catena indissolubile di una discendenza divina, e ci per rafforzare il proprio potere, per giustificarlo e per quel desiderio quasi inconfessabile che porta alcuni uomini alla fama, al mito. E poich Mecenate, di nobili origine etrusche, asserisce che tutto ci che era sorto lungo il Tevere era opera dei Rasna, cio degli Etruschi, si rende necessario approfondire, ricercare, andare nei luoghi ove ancora esistono questi ultimi, anche per comprendere il motivo per cui la scrittura fra gli Etruschi abbia cos poco valore da non produrre libri in un popolo cos evoluto, anche se in declino. Eppure sapevano scrivere e anche bene, ma la loro religione, per la vocazione nominalistica della scrittura, ferma lintera storia di un popolo nella immobile, stringente definitivit del tempo, e, come dice Aisna, il sommo sacerdote del dio Velthune, Chi non ha un nome non muore in eterno. In questo contesto i tre viaggiatori apprenderanno delle origini di Roma allinterno del tempio di Mantus nel corso di un viaggio soprannaturale nel tempo; liberi dai limiti inevitabilmente temporali dei propri corpi, avranno cos modo di rivivere linfinito numero delle vite precedenti, lunico mezzo per viaggiare nel tempo, per tornare indietro o per proiettarsi nel futuro (ma qui si gira il corso del tempo perch si vuol conoscere ci che avvenuto molti secoli prima). Vedranno, cos, lo sbarco dei troiani capeggiati da Enea, la loro fredda determinazione a ricreare il vecchio stato in una nuova terra eliminando ferocemente tutti i maschi delle popolazioni l insediate e salvando solo le donne, atte alla procreazione per rinsaldare la nuova stirpe. La scoperta per Virgilio sconvolgente, perch dovr costruire un mito, che basato sulla violenza, modificando la storia, facendo apparire bello ci che brutto, edificante ci che laido; questa sarebbe la ragione per la quale lEneide, invano continuamente reclamata da Augusto, dopo anni ancora incompiuta. Il poeta di Andes non vuol consegnare al tempo e ai posteri uninvenzione, ma nemmeno pu descrivere la verit, e allora, sentendosi morire, ordiner di distruggere quanto ha fino ad ora scritto, ordine, per nostra fortuna, non rispettato. Un infinito numero la storia di un accentuato contrasto fra due civilt, quella etrusca, ormai alla fine, che rifiuta la letteratura e la scrittura, in quanto portatrici di morte, e quella romana, che invece le porta sugli altari come unica possibilit per sopravvivere dopo la morte, unindiretta forma di eternit di cui luomo vagheggia affinch, quando il suo corpo diventer polvere, restino almeno il nome e la sua fama. Per, Un infinito numero anche il libro sulla genesi dellEneide, sulle figure di uomini come Mecenate, il cui nome sopravvissuto alla sua morte; non solo questo, tuttavia, perch anche unopera sul tempo che sembra scorrere veloce per gli umani, ma che di unassoluta immutabilit nelleterno, tanto da ripresentare fatti e situazioni come se fossero una lunga storia di nascite e di morti, di scomparse e di ritorni. Luomo non che pulviscolo celeste e nella sua effimera esistenza il frutto di un infinito numero di vite e di combinazioni. Libro non certo facile per le sue variegate sfumature, Un infinito numero tuttavia un romanzo di straordinaria bellezza, un altro dei non pochi capolavori di Sebastiano Vassalli. Renzo.Montagnoli
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