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Una visione nichilistica
---------------------- Quel che pi apprezzo di Sebastiano Vassalli la straordinaria abilit di parlare del presente raccontando del passato. E accaduto cos per La chimera, di cui la cui premessa gi ampiamente chiarificatrice (Per cercare le chiavi del presente, e per capirlo, bisogna uscire dal rumore: andare in fondo alla notte, o in fondo al nulla; magari laggi, un po a sinistra e un po oltre il secondo cavalcavia, sotto il macigno bianco che oggi non si vede. Nel villaggio fantasma di Zardino, nella storia di Antonia. E cos ho fatto.), ma anche in Le due chiese, in Cuore di pietra, in Un infinito numero, in Marco e Mattia e perfino nel quasi romanzo giallo Il Cigno riscontrabile questa sua caratteristica, volta a dimostrare che, contrariamente a quanto si va da sempre ripetendo, la storia non insegna, bens si ripete in contesti territoriali e temporali diversi. Stupisce pertanto che questa raccolta di racconti (La morte di Marx e altri racconti) abbia unambientazione contemporanea, anche se, a pensarci bene, in quel suo scopo di descrivere lattuale societ in prose brevi non ci sarebbe stato lo spazio per pescare nel passato vicende del tutto analoghe. E, a onor del vero, la metodologia diversa adottata da Vassalli mi sembra pi pertinente, pi efficace nellottica della critica, anche aspra, che rivolge ai falsi miti che sempre pi marcatamente connotano lattuale societ. Questi racconti sono divisi in tre parti, con la prima e la terza dedicate rispettivamente alle relazioni fra gli uomini e le automobili e alle accentuate trasformazioni delle abitudini sessuali; la seconda, invece, dedicata a riflessioni di carattere politico, fra le quali spicca quella sulla democrazia, con un dialogo illuminante fra un cittadino che vota e un altro che si astiene. Si tratta di una discussione in logico contraddittorio, da cui emerge il pensiero di Vassalli, da me condiviso, che la democrazia una chimera, e che invece ci troviamo di fronte a un sistema oligarchico, costituito da unaristocrazia di furbetti, in un sistema in cui leguaglianza una parola vuota, frutto di una retorica ripetuta, tesa a dimostrare quello che non c, perch chi comanda non vuole che ci sia e anche perch il primo a negare una completa parit luomo stesso, per sua natura visceralmente portato a cercare di prevalere. La sua quindi una visione disincantata, frutto di una concezione nichilistica che, pur tuttavia, non esime lautore dal mostrare linteresse, anche se con preoccupazione, per questo mondo cos imperfetto e ostile al divenire perfettibile. C certamente un diffuso pessimismo, ma Vassalli riesce a mitigarlo con una punta di ironia, smitizzante, nonch tale da lenire quel senso di frustrazione che altrimenti finirebbe con il travolgere, portando a unautocommiserazione perniciosa e senza via duscita. Di tutti i racconti mi sono piaciuti maggiormente il cinico e devastante Una famiglia va al mare, un ritratto perfetto dellinsensibilit che sembra colpire sempre di pi lattuale societ, Il dialogo sulla democrazia, che da solo giustifica la lettura dellopera, e Leonid, sulleterna discussione fra infanzia rubata e delinquenza, uno spaccato che delinea in modo egregio la psicologia di un mostro. La morte di Marx, che dona il titolo al libro, non parla della scomparsa di Carlo Marx, il noto filosofo ed economista, bens di un altro Marx, uno straniero residente sulla Riviera Ligure, dalle abitudini sessuali diverse e barbaramente ucciso, un uomo solo, che nessuno ha mai veramente conosciuto, come provato dalle testimonianze di alcuni conoscenti. E la solitudine della vittima richiama quella della nostra umanit, vite che si sfiorano e che si bruciano in un attimo, relazioni interpersonali che cercano solo lapparenza e si fermano a quella, senza andare oltre, in una superficialit frutto di unomologazione che priva luomo moderno del piacere di scoprire non solo gli altri, ma anche se stesso. La lettura pi che consigliata. Renzo.Montagnoli
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