Tra i concetti classici del pensiero filosofico e psicologico quello di "volont" appare oggi uno dei concetti pi interrogati e messi in questione nei suoi assetti tradizionali, a partire dallo stress e alla revisione cui tali assetti sono sottoposti da parte delle nuove scienze della mente e del cervello. Anzitutto, a essere posta in questione proprio l'autonomia della volont, il suo essere "causa sui" a differenza di ogni altro fenomeno naturale. Questo, sia nella concezione razionale (l'autonomia della volont come effetto della ragione) sia nella versione per cos dire decisionista e volontarista (l'autonomia della volont come quanto riesce a sbloccare i dilemmi del puro pensare). Secondariamente, si osserva come la volont tragga motivo e addirittura sorga da complessi e stati emozionali, talvolta in conflitto al loro interno. Come se l'autonomia della volont non fosse altro che l'affermarsi di uno stato emozionale su altri. Un terzo aspetto di problematizzazione della volont quello relativo ai suoi correlati neurali e ai circuiti cerebrali che coinvolge. Qui uno dei temi pi scottanti diviene quello del rapporto tra volont e coscienza, nel presupposto che quest'ultima (come hanno mostrato i fondamentali studi di Libet) giunge sempre dopo che una decisione stata presa. A questo punto diviene quanto mai attuale, per quanto difficile da tracciare, la distinzione tra il volontario e l'involontario: quanto siamo signori e responsabili delle nostre azioni e quanto, invece, queste sono conseguenza (mediata talvolta in maniera sofisticata) da processi ed eredit culturali, sollecitazioni ambientali e scelte "storiche" precedenti, non solo di tipo individuale. In pratica, a venir messa in questione la stessa nozione di soggetto autonomo e responsabile, soprattutto perch si ritengono impraticabili le soluzioni dualiste e intrinsecamente aporetiche quelle riduzionistiche (...). Siamo cos esposti a un duplice dilemma. Da un lato, la volont pare traballare nella sua autocostituente autonomia fino a dissolversi in qualcosa di storicamente divenuto ovvero nella ricostruzione di un processo che si alimentato di una pluralit di fattori sia endogeni (emozioni, impulsi, frustrazioni, desideri) sia esogeni (contesti, culture, determinazioni di ordine genetico e, pi in generale, biologico). Dall'altro, il nesso concettualmente fondante tra volont e intenzione consapevole pare dissolversi nel gioco pragmatico delle attribuzioni e linguistiche e delle negoziazioni sociali. E a partire da questo quadro problematico e da tali sollecitazioni, che il presente numero di Atque raccoglie contributi che intervengono sia sulla genealogia filosofica del concetto classico di volont (...) sia sulla complessa soglia rappresentata dal modo con cui la questione della volont ripresa e revisionata in vari ambiti: dalla filosofia alle neuroscienze, dalle scienze cognitive alla filosofia della mente e ai saperi psicoanalitici. |