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Recensione Maurizio Maggiani Intervista
di Laura Guglielmi, tratta da Marea, marzo 1997
In giro per Genova sulle tracce di indizi per il suo nuovo romanzo che sembra abbia come protagonista una donna, approda a casa mia brontolando per le scale medioevali (111 scalini), proprio lui che si definisce esperto camminatore, capace scalatore, perfetto nuotatore. Maurizio Maggiani, scrittore, ha vinto i premi Campiello e Viareggio nel 1995 con "Il coraggio del Pettirosso". Abita alla Spezia, ma da sempre considera Genova la più bella città d'Italia e sembra proprio che l'abbia scelta per la sua nuova storia.
Gli domando quali sono, secondo lui, le paure che le donne suscitano negli uomini: "Non ne ho la più pallida idea", risponde, "Tanto meno mi occupo di stare a capire cosa pensano gli uomini: è la cosa meno interessante da fare nella vita. Io non so quali siano le mie paure, ma so che non ho paura delle donne, ho paura degli uomini. Mi terrorizzano gli uomini. Sono convinto che distruggeranno l'universo. Lo disturberanno a tal punto che l'universo si suiciderà".
Spiega che non gli piace parlare di uomini e di donne, non gli viene spontaneo, preferisce usare maschi e femmine. Sesso maschile e femminile. Genere maschile e femminile: "La specie umana, no?" Le femmine non gli fan paura: "Mi faccio paura io quando penso alle femmine, quando mi guardo vivere con le femmine, quando mi sento femmina. No. Quando mi sento femmina non mi faccio paura, mi faccio paura quando mi sento maschio", continua Maurizio, "Quando mi sento maschio sono proprio un pezzo di merda. Cos'è che mi fa paura della mia mascolinità? La grande intelligenza sovvertitrice. Che è un'intelligenza sadica. E allora capisco perché i maschi hanno paura delle femmine. Hanno paura di quel tanto di vita che sopravvive al loro sadismo. Una donna vive sempre un minuto in più di un uomo, ha un etto, un grammo in più di forza, di coraggio e di resistenza e dunque anche di intelligenza e quindi anche di ferocia di quanto si aspetti un maschio. Un maschio non riesce a abbattere una femmina. E di questo ha paura. Interessante l'episodio che ho sentito alla radio stamattina: uno è passato con la macchina sopra la sua ex-donna e poi le ha dato fuoco, per essere certo di averla fatta fuori. Si è voluto sincerare della sua distruzione. Non dico questo perché penso che i maschi non abbiano più niente da dire. Penso che abbiano il grosso compito di cantare il dies irae dell'universo: ci sarà un coro finale niente male. Questa è l'unica ragione per cui deve restare in vita il sesso maschile, il quale per altro è un carattere recessivo dell'umanità. Non ho dubbi". Si ferma a meditare e ne approfitto per fargli un'altra domanda. Le interviste a Maggiani, lo sa chi lo segue sui giornali, che l'ha visto in televisione, non sono proprio interviste standard. Gli fai una domanda e lui svolazza con il pensiero e proprio come il suo pettirosso fa le cacatine in testa ai falchetti. E' dispettoso, ironico, si diverte a provocare.
Quando dici che gli uomini sono votati alla distruzione, intendi anche che è per colpa loro che esistono le armi e la guerra?
No, no. Parlo di cose molto più semplici. La guerra è un sintomo, un aspetto della variegata costituzione mentale della sadicità maschile. Fammi un solo esempio di una cosa toccata da un maschio perché sia conservata e non perché sia manipolata, disfatta, polverizzata, ricostruita, uccisa...
Non lasciano vivere, insomma...
No. E' naturale che sia così. Se non fosse così per quale ragione Dio da quando ha creato il maschio è lì che si dà le mazzate sui coglioni per l'errore compiuto. L'Antico e il Nuovo Testamento non sono altro che un continuo e ossessivo interroggarsi di Dio su che cazzo ha combinato. Dio interroga l'uomo sul perché non cambia se stesso e su perché non è diverso da quello che è.
Perché Dio parla solo ai maschi?
Sì, perché è un Dio Giudeo e sessuofobo. Lo sai che il Corano ha una sura dedicata alla Madonna, a Maria, la madre di Cristo?
Sì, Cristo è un loro profeta. E la Madonna è l'unica madre di profeta "vergine" del Corano, neanche la mamma di Maometto lo era.
Un'unità letteraria del Corano è dedicata alla Madonna e nel Vecchio Testamento non c'è nemmeno un decimo di quello che c'è nel Corano. E' molto bella la sura sulla Madonna. Sostiene un teologo molto importante del Novecento di Cordova che la Madonna è profeta e la sua profezia consiste nell'accettazione dell'assurdo, dell'impossibile e dello scandalo che viene dalla sua gravidanza. Il Corano racconta che Maria viene cacciata da casa. E questa è la profezia della Madonna. Essere profeti vuol dire essere toccati da Dio. Lo trovo molto interessante dal punto di vista femminile.
Quali sono, invece, le paure delle donne?
Che ne so io?
Ci avrai pensato qualche volta? Se stai scrivendo un romanzo su un personaggio femminile, avrai analizzato elementi psicologici femminili...
Io non so niente delle paure delle donne. So le paure che io suscito nelle donne. Le paure delle femmine nei confronti di Maggiani. La paura di essere fregate. E fanno bene, perché è l'unico vero rischio che corrono. La paura di essere fregate... Aspetta che te lo voglio dire bene... La paura che io sia un miraggio.
E' vero, dai un po' il senso del miraggio, anche agli amici...
"La paura che io sia un fantasma, no? Che io sia una costruzione ben riuscita dal punto di vista tecnologico e quindi ti puoi bene immaginare... una che progetta che ne so... Un progetto legittimo come passare la vita con Maggiani...
Ci sarà per sempre o sparirà?
Se Maggiani lo tocchi, la mano ti passa da una parte all'altra. L'idea che io sia un miraggio, che sia non solo mobile e indefinito, ma che sia soprattutto labile anche nella persistenza dell'immagine stessa, un'immagine troppo mutevole. Probabilmente questo è un problema che hanno tutte le femmine con tutti i maschi. In realtà la costruzione maschile ancorché apparentemente solida, perché poi il sadismo si esercita coi solidi e non coi liquidi, rimane una costruzione indefinita. I maschi sono inaffidabili. Non è un carattere sociologico della generazione dei quarantenni. L'inaffidabilità dei maschi è come quella dei fuchi, degli stalloni. Nel mondo animale il maschio della specie è costretto e vincolato a regole di vita molto precise, anche spazio temporali. I maschi durano poco. Li si costringe in spazi ristretti perché non gli si può dare delle responsabilità. Se potessero assumersi delle responsabilità, gli si sarebbe data la possibilità di partorire, no? Se il creato, diciamo così per i credenti, o la natura, per gli atei, avesse trovato economicamente interessante, dal punto di vista evolutivo e della conservazione della specie, affidare al maschio la procreazione, lo avrebbe fatto. Questa responsabilità non si è mai sentita di dargliela. Le specie animali dove sia il maschio che la femmina partoriscono sono le specie più primeve, le più semplici e fossili. Bisogna rifletterci su questo. Nessuno ci ha mai pensato per quanto ne sappia. Ho avuto un colpo di genio all'improvviso. Ma in effetti è vero: se il maschio fosse affidabile, partorirebbe. Se fosse affidabile, non ci sarebbe bisogno di una differenziazione così precisa dei sessi.
Non pensi che negli ultimi vent'anni siano cambiate delle cose, ci siano delle differenze meno marcate tra maschi e femmine, che i rapporti tra i sessi si siano evoluti?
Per me sono peggiorati e basta. Per me i maschi sono sempre più stupidi. L'ultimo dell'anno sono venuti a casa mia due coppie con bambini, uno di tre e l'altro di quattro anni, e li ho trovati impossibili da sostenere. Parlo con i compagni di scuola della Valentina o della Rebecca e i maschi proprio cattivi.
Le bambine no?
Assolutamente no. Non c'è confronto.
Quali sono le differenze?
Una volta non c'erano queste enormi differenze. Vent'anni fa, quando insegnavo alle elementari, un bambino di sei anni non era già completamente rovinato. C'è il figlio di una mia amica, una persona seria, ha tre anni e mezzo e parla come se fumasse trenta Marlboro al giorno, poi è sempre lì che si picchia e che dice: "Cosa cazzo vuoi?". In confronto la Rebecca che ha la stessa età è di un'intelligenza, di una compostezza! Gioca da sola, questa è una cosa che facevano anche i maschi una volta.
A questo punto interviene il nostro amico Erminio: "Non è che i bambini sono così aggressivi perché, rispetto ad una volta, hanno meno spazi per giocare? Non esistono zone verdi”.
Maggiani si ricorda che deve prendere il treno per Spezia alle cinque meno un quarto e allora gli faccio l'ultima domanda: "Perchè hai scelto una donna, pardon una femmina, come protagonista del tuo ultimo romanzo? "
Perché è la storia di una donna che sa vivere e non solo sopravvivere. Sa vivere anche dentro la civiltà occidentale, dentro l'ultimo spizzico di millennio. Sa vivere in un ambiente così ostile alla vita e questo può farlo soltanto una donna.
E' ambientato ai nostri giorni?
Parte nel 1938 e finisce nel 2001, odissea nello spazio.
E' una persona anziana?
No, è nata nel '45.
Come si chiama?
Non lo so.
Che paure ha?
Arriva da lontano e ha paura di tutto.
Però riesce a vivere in una contemporaneità così pesante...
Aver paura di tutto non significa... Sono i maschi che non hanno paura
di niente e, quindi, sopravvivono a malapena.
Avendo paura si è più...
Si ha più il senso delle proporzioni.
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