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Recensione Julian Barnes England, England - Le prime pagine
- Qual è il tuo primo ricordo? - le chiedeva qualcuno.
E lei rispondeva: - Non mi ricordo.
Quasi tutti la prendevano per una battuta, altri sospettavano trattarsi di un'astuta scappatoia. Ma per lei era proprio cosí.
- So bene cosa vuoi dire, - replicavano i piú solleciti, pronti a spiegare e semplificare. - Che da un ricordo ne spunta sempre uno immediatamente precedente, ed è difficile afferrare proprio il primo.
Macché: non intendeva nemmeno quello. Il primo ricordo non è come il primo reggiseno o come il primo amico, o il primo bacio, la prima scopata, il primo matrimonio, il primo figlio, o il primo genitore che se ne va, o la prima improvvisa consapevolezza della straziante disperazione del genere umano; no. Non era un'entità solida e concreta che lo scorrere del tempo, può arricchire di dettagli fantastici - la garza avvolgente di una nebbia, una nuvola carica di tuono, una ghirlanda - ma mai cancellare. Un ricordo, per definizione, non poteva essere una cosa, era... un ricordo. L'attuale ricordo di un ricordo di poco precedente di un ricordo passato di un ricordo remoto. La gente si diceva sicura di ricordare un volto, il ginocchio che li aveva fatti saltare, un prato in primavera; un cane, la nonna, un animale di pezza con un orecchio consumato a furia di succhiarlo; ricordavano una carrozzina, il panorama che se ne godeva, ricordavano di quando dalla carrozzina erano caduti e avevano battuto la testa contro un vaso rovesciato apposta dal fratello maggiore che voleva montarci sopra per dare un'occhiata al nuovo arrivato (anche se, molti anni dopo, avrebbero preso a domandarsi se non fosse stato il fratello a strapparli dalla carrozzina e a sbatter loro la testa contro il vaso in un primordiale accesso di gelosia fraterna...) Sostenevano di ricordare certi episodi con incontrovertibile sicurezza, ma che si trattasse di un sentito dire, di fertile immaginazione o del tentativo teneramente calcolato di acchiappare il cuore dell'ascoltatore tra due dita per rifilargli una strizzatina dal cui livido prima o poi scaturisse l'amore, - qualunque ne fosse l'origine o l'intenzione, non mutava lo scetticismo di Martha Cochrane. L'aspettava in sorte una vita bella lunga, e in tutti quegli anni non le capitò mai di imbattersi in un primo ricordo che personalmente non giudicasse una bugia.
Cosí incominciò a mentire pure lei.
© 2000, Einaudi.
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