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Recensione Quei miei tonfi densi cumuli di pensieri
TITOLO: Quei miei tonfi densi cumuli di pensieri
EDITORE: Senso Inverso edizioni
AUTORE: Fabiola Lacroce
SINOSSI:Beatrice, detta Beba è una ragazza come tante. Quest'inizio che potrebbe sembrar scontato, in realtà, nasconde una particolarità affascinante: la sua interiorità la conduce ad un continuo confronto; ella non riesce a liberarsi della sua coscienza critica e le vicende che la circondano vengono filtrate attraverso la sua mente. Beba vive una speciale storia d'amore con Lorenzo, un ragazzo con il quale ha instaurato un rapporto basto sulla complicità, ma che si delinea come agli antipodi di Beba; mentre lei è più sognatrice lui è più materico e la riporta, con la sua razionalità, ad una quotidianità infelice. Molti i personaggi presenti e che lasciano un'impronta nella storia: Angelica, la dolce sorella, che recupererà la sua quotidianità dopo che un amore violento e un male oscuro avevano prosciugato la sua voglia di vivere, i genitori, che portano avanti un amore consunto dal tempo e consumato dai giorni e la amata nonna, emblema di dolcezza e calore familiare. Tematiche come l'anoressia, la violenza sulle donne, i legami usurati dal tempo sono presentati sullo scenario del libro. Attraverso la tecnica del flusso di coscienza gli episodi vengono sublimati e diventano rarefatti. Perchè ci sono due tempi del racconto: quello dei giorni e quello dell'anima. Nel bene o nel male Beba cambierà e inevitabilmente crescerà, forse più completa, forse più sicura, forse più serena, ma sicuramente sempre in compagnia della sua mente. Ogni personaggio si evolve e si completa.
STILE: La tecnica utilizzata è quella del flusso di coscienza. Le descrizioni risultano accurate nei dettagli e gli stati d'animo vengono dipinti con minute pennellate. Ecco che le anime diventano immagini descrivibili, come quadretti fiamminghi dai colori intensi. Il linguaggio è evocativo e ancestrale e rimanda ad un campo semantico di leggerezza e di poesia
RECENSIONE: Il libro riesce cogliere l'inquietudine umana, quel tarlo che colpisce gli animi quotidianamente, quell'incapacità di liberarsi della proprie coscienza critica e del continuo giudizio i essa. I rapporti vengono colti secondo prospettive invisibili; tematiche come anoressia e violenza vengono descritte dal punto di vista di chi è una vittima indiretta, perchè testimone di ogni vicenda. I legami, intorpiditi dal tempo, vengono sviscerati alla luce di ragionamenti filosofeggianti e vengono presentati in tutta la loro nudità. La lettura lascia un'emozione in chiaro scuro; uno scavo interiore che corrode le viscere perchè porta alla luce tutta l'inquietudine umana, ma nel contempo una calda carezza d'amore che accompagna nella lettura.
Di flaviog
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