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Recensione Marco Miele L'umore del caffe
Marco Miele L'umore del caffe
L'umore del caffè,libro divertente dalla Struttura narrativa facile grazie ai brevi capitoli,e ad un utilizzo dell’elemento temporale altalenante, che consentono al lettore di seguire gli eventi con facilità. Dialoghi chiari, un mistero ben costruito,
e uno stile narrativo lineare, con l’ ”io “ narrante, e punti di vista esterni rendono questo libro piacevolissimo, un giallo intrigante, e il protagonista ( anche se forse non lo è) ,non certo un eroe, poco descritto quasi a lasciare spazio agli altri.
I personaggi sono descritti negli aspetti essenziali ed il linguaggio è netto, schietto, realistico e duro, come si
addice alla storia descritta e soprattutto all’ambientazione.
L'uso della punteggiatura piuttosto personale, che riesce, con le interruzioni improvvise, riesce a tenere alta l’attenzione del lettore ( magari troppi …puntini)
Certo, qualche refuso qua e là si trova, probabilmente semplici( editing?) disattenzioni che, in ogni caso, non tolgono nulla al libro che è davvero piacevole, un giallo ricco di colpi di scena e suspense che riesce a
mantenere alta l'attenzione grazie al gran ritmo senza eccessivi spargimenti di sangue né violenza gratuita.
Devo aggiungere che c’è una scena scena di sesso, veramente bella, reale, eccitante.
La trama sembra semplice, quasi prevedibile nell'evolversi di certe situazioni, ma è solo apparenza.
Una strage di ragazzi dopo una festa sulla spiaggia dopo gli esami di maturità, un classico di demarcazione
della linea d’ombra all’italiana. Il Nero torna a Ginepre per assistere il babbo e diventare il temporaneo
capo della polizia locale, con gli amici di un tempo, mai dimenticati ma mai cercati per venti anni, si rivede e
cerca se stesso, riuscendoci? Forse no. Ritrova il parroco insegnate di religione, la vecchia fiamma
compagna di scuola, il grande amico l’Ora ( il mio preferito) lo” scacciafica” del gruppo, e ritrova Legno, il
miglior amico.
I protagonisti si dividono in due periodi ben precisi e vivono e parlano con il linguaggio locale, evidenziato
dal corsivo nei periodi più dialettali. A tratti veramente divertente, il racconto non nasconde certe note
malinconiche che fanno parte dell’umano vivere. Il mistero del giallo si svela solo alla fine ma lascia ampi
spazi per il seguito o addirittura una serialità che avrebbe anche una sua collocazione cinematografica.
Mi sono divertito. Lo consiglio.
Di masspelle
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