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L'antimilitarismo libertario in Svizzera-Dalla prima internazionale a oggi, Edizioni La Baronata, 1989

I documenti presi in considerazione nella seconda parte del volume si dipanano in un arco temporale che va dal 1978 al 1983 e prendono in attenta considerazione sia le varie tecniche di opposizione del movimento anarchico antimilitarista svizzero sia i presupposti ideologici dello stesso, presupposti che si inseriscono a pieno titolo nel contesto dell' antimilitarismo europeo. Le tecniche di opposizione messe in atto dal movimento antimilitarista svizzero comprendono le tecniche tipiche della disubbidienza civile e della controinformazione. Pensiamo a tale proposito alla manifestazione a Berna nel 1968 contro i militari americani, all' occupazione delle sale cinematografiche svizzere per la proiezione del film "Berretti verdi", alla formazione del Raggruppamento degli obiettori di coscienza, del Centro di informazione sull'obiezione di coscienza e infine del Servizio civile internazionale che, costituirono a partire dal 1969, strumenti concreti attraverso i quali gli anarchici antimilitaristi operarono l'obiezione di coscienza, il boicottaggio dei tribunali militari e la convocazione di comizi. Un'altra importante organizzazione antimilitarista fu quella dei Comitati dei soldati che nacque nel 1972 e il cui scopo era quello di indurre le reclute a boicottare il servizio militare obbligatorio. Un'altra istituzione che verrà fatta oggetto di critiche impietose da parte dell'anarchismo antimilitarista svizzero sarà la Protezione civile che risulterà essere null'altro che una organizzazione paramilitare. Ritornando alle tecniche antagoniste messe in atto dal movimento antimilitarista svizzero , l'iniziativa popolare per il disarmo unilaterale promossa nel 1985 fu particolarmente significativa poiché fu in grado di raccogliere 100.000 firme. Altrettanto rilevante, nel contesto dell'antimilitarismo, fu lo sviluppo in Svizzera del movimento antinucleare che ebbe modo di concretarsi attraverso le marce per la pace a Ginevra e a Berna, marce per la pace che raccoglieranno fino a 40.000 pacifisti. Sotto il profilo strettamente ideologico il movimento antimilitarista svizzero ebbe modo di esplicare il proprio antagonismo sottolineando come la gerarchia militare contribuisse a consolidare la conformità dell'individuo alle istituzioni contribuendo quindi a privare l'individuo della sua personalità in quanto la struttura militare suo complesso rimane inevitabilmente antidemocratica. Infatti, l'istituzione militare-ed in particolare l'esercito- non può che favorire la pigrizia intellettuale, il conformismo beota portando l'individuo a uniformarsi alla società. Inoltre, la struttura autoritaria dell'esercito, favorisce l'adulazione verso i superiori e la delazione verso i propri compagni. Inoltre,sottolineano i relatori, il macismo e la misoginia sono modi di essere tipici della struttura militare e certamente incoraggiati da questa. Sotto il profilo storico, i militanti antimilitaristi svizzeri, sottolineano come l'esercito, in quanto strumento del potere statuale, abbia contribuito a perpetuare i privilegi delle classi dominanti e abbia contribuito a strutturare psicologicamente l'individuo secondo parametri che dovrebbero traghettarlo nell'ambito civile. D'altra parte, l'esercito svizzero al di là della pedagogia e della propaganda, risulta essere un esercito profondamente classista dal momento che ai suoi vertici vi sono persone legate alla alta borghesia. Complessivamente parlando, gli anarchici antimilitaristi svizzeri ritenevano e ritengono che la libertà sia incompatibile con una istituzione come quella della caserma e quindi diventa molto importante promuovere il rigetto ai valori della istituzione militare a partire dalle istituzioni scolastiche primarie. Tuttavia deve essere chiaro che, lottare contro l'istituzione militare, rappresenta soltanto una parte, seppur importante, della progettualità anarchica poiché l'istituzione militare è solo una parte del sistema. Proprio per questa ragione, la militanza anarchica antimilitarista deve prendere in considerazione il nesso assai stretto che intercorre tra industria militare e istituzione militare, nesso che si dimostra di particolare significato sia nel settore delle esportazioni sia nel settore della industria atomica. Non sorprende allora che alla luce di questi presupposti, il movimento anarchico antimilitarista ,nonostante la sua eterogeneità, ritenesse -e ritenga -non solo necessaria la riconversione dell'industria bellica ma anche l'abolizione dell'apparato militare in quanto portatore di valori assolutamente contrari rispetto a quelli del socialismo. A tale proposito è particolarmente significativa la proposta di modifica della costituzione svizzera fatta il 12 marzo del 1985 sulla pubblicazione "Foglio federale", modificazione che prevedeva la proibizione di mantenere forze armate e prevedeva altresì l'abrogazione dell'articolo sesto del titolo terzo. Altrettanto significativa fu la sottolineatura di ordine culturale fatta dagli estensori dei documenti presi in esame, in base alla quale l'antimilitarismo veniva definito come impegno individuale o collettivo per la eliminazione della struttura militare quale mezzo di risoluzione dei conflitti. In altri termini, l'antimilitarismo anarchico implica per essere condiviso e accettato, non solo la scomparsa della struttura militare in quanto tale ma anche il superamento della struttura statuale poiché è proprio questa istituzione a promuovere le guerre.

Di prupitto

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