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Recensione Silvia Bellia Il gabbiano di Torrefiamma
Silvia Bellia Il gabbiano di Torrefiamma
«Montagne come questa si salgono una sola volta nella vita». Il gabbiano di Torrefiamma comincia con queste parole. È un racconto che affronta il mistero della crescita e il percorso di iniziazione alla vita attraverso visioni surreali e metafore poetiche.
I personaggi sono sospesi tra il desiderio di fuggire e l’esigenza di tornare a se stessi. Clarminia, la protagonista, ha sempre vissuto chiusa con il padre a Torrefiamma, una fortezza inviolabile, immersa in una luce accecante. Fino a quando un giorno, mentre da sola guarda fuori dalla finestra rimane affascinata dal volo di un gabbiano.
È l'inizio di un viaggio di conoscenza, attraverso luoghi fantastici e immaginari. La prima tappa è il faro di Biblicanto, una biblioteca di borgesiana memoria, completamente circondata dal mare: un rifugio perfetto, in cui il sapere ha il compito di colmare i vuoti di un’identità ancora in divenire. Ma anche questa “torre d’avorio” dovrà essere abbandonata alla ricerca di presenze umane in grado di condividere l’avventura della vita descritta nei libri. Clarminia incontrerà i funamboli del mare, una tribù che abborda l’esistenza con leggerezza, sospingendosi tra le onde in una danza nichilista che ha il suo punto di forza nell’oblio.
Il viaggio della protagonista, ardito ed emozionale, si svolge tra attese prolungate, tuffi vertiginosi, naufragi malinconici e corse in bilico sulla superficie dell’acqua, lasciando intravedere sempre più intima e pressante la necessità di un ritorno alla fonte immutabile dei propri affetti.
L’amore è concepito come intreccio di voci narrative che si alimentano a vicenda, creando un senso unico nella reciproca accoglienza. Il gabbiano di Torrefiamma è soprattutto una storia fatta di simboli e di richiami letterari. Si tratta di una fiaba senza tempo, che percorre i mutamenti dell’anima.
Mentre “Torrefiamma” simboleggia l’esperienza dell’immobilità fiera delle proprie certezze, un fuoco che basta a se stesso, che divora e consuma ogni desiderio di cambiamento, l’evasione annunciata dal gabbiano diviene essenziale per crescere, per diventare coscienti di sé, facendo i conti con la notte, il nulla e la mancanza.
Il magico mondo evocato da questo racconto diventa il ritratto di un universo interiore nel quale ogni lettore può rivedersi. Ognuno ha un percorso da compiere, una solitudine da superare, per riappacificarsi con il passato, in cerca del proprio equilibrio
Di mammuth
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