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Recensione Piero Gaffuri Web Land
Piero Gaffuri Web Land
Web Land - dalla televisione alla metarealtà - (Lupetti – Rai Eri, 13 euro) è un libro-inchiesta scritto da Piero Gaffuri, manager e romanziere. La prefazione è a cura di Federico Casalegno, direttore del Massachusetts Institute of Technology (MIT) Mobile Experience Lab.
Direttore di Rai Nuovi Media e autore, tra gli altri, dei romanzi Apnea e Il Corsaro, in questo nuovo lavoro Gaffuri fornisce una prospettiva sociologica e antropologica sull’onnipresenza del web nella nostra quotidianità. Web Land racconta come internet sta influendo sull’industria culturale, da quella televisiva alla vita sociale delle persone.
Il mondo virtuale che l'autore vede e descrive è sempre più connesso a quello reale: al punto da prevedere nel suo Web Land un nuovo luogo, un cyberspazio frutto della fusione tra il reale e il virtuale, come nel caso del progetto Locast 2.0 realizzato a Venezia. Un esempio di come una piattaforma ibrida e flessibile, in grado di combinare applicazioni web e mobile, possa creare esperienze hyperlocal e higly-connected e allo stesso tempo diffondere i contenuti dei broadcaster in modalità innovative, mescolando contenuti autoriali con quelli prodotti dagli utenti.
E per descrivere questo nuovo mondo, e inquadrare i nuovi rapporti tra web, società e territori, Gaffuri è partito dal successo editoriale di Rai.tv, dal passaggio - epocale per l'azienda - dai siti-brochure ai contenuti interconnessi tra loro. Oggi - grazie anche alla collaborazione con il Mit di Boston - i contenuti Rai viaggiano su quelle piattaforme multiple che si stanno rivelando autentiche protagoniste della trasformazione culturale del nostro tempo.
Nel racconto, Web Land azzarda un rapporto sempre più immanente – e positivo - della tecnologia con i nostri luoghi, ma anche nelle culture e nelle identità delle tribù moderne, a partire dai cosiddetti ‘nativi digitali’. Internet renderà la tv ubiqua e sancirà la sua trasformazione da elettrodomestico per il salotto di casa a strumento visivo intorno a noi e, al tempo stesso, location based delle nostre esperienze e delle nostre avventure. Una tv sempre più generata e condivisa dagli utenti, dove ogni comunità avrà il proprio strumento di comunicazione iperlocale, il proprio nuovo totem attraverso cui le tribù digitali potranno identificarsi e riconoscersi. Da qui il manifesto di speranza lanciato da Web Land: far sì che si compia un connubio inatteso tra tecnologie innovative e la nostra ‘memoria’, un 'rifarsi proprio' del territorio a partire da una dimensione virtuale.
Non è perciò un caso che l'autore trovi molte similitudini tra internet e l'acqua: entrambi - scrive - sono ambienti tridimensionali, ambedue sono dotati di spessore, di profondità, sono ricchissimi di vita: luoghi liberi, porti franchi. E soprattutto luoghi che non possono essere posseduti materialmente, che generano flussi ed eventi capaci di aggirare ostacoli solidi, ridicolizzare censura e posizioni dominanti. Una connotazione acquatica della rete, che per essere compresa necessita della stessa umiltà dei primi esploratori.
Di Intercom
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