Recensione George Orwell 1984
George Orwell 1984
Un romanzo profetico
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Più distopico di così questo romanzo non potrebbe essere, con una visione di una società assolutamente indesiderabile, ma non poco profetica.
Se la suddivisione nel 1984 della terra in tre grandi potenze totalitarie perennemente in guerra fra loro non ha riscontro nella realtà, la figura del Grande Fratello, il capo onnipotente che nessuno ha mai visto, richiama quei poteri occulti ai quali si attribuiscono oggi tutti gli eventi di portata mondiale, come le crisi economiche, le speculazioni finanziarie e l’insorgere di nuovi conflitti.
Inoltre il controllo capillare dei cittadini, unito al bombardamento mediatico propagandistico attuato 24 ore su 24, pur nella trasposizione fantastica che ne fa l’autore ha un indiretto riscontro nell’asservimento mentale a cui siamo sottoposti da decenni di programi televisivi sempre più deculturizzanti, che se non si traducono in una spia della vita privata, tendono però a a depauperarla, con un appiattimento volto all’eliminazione della libertà di pensiero.
Perfino il linguaggio dei nostri politici e dei nostri commentatori televisivi va sempre più assomigliando con la Neolingua dei protagonisti del romanzo, con le parole che riducono il significato ai concetti più semplici, quasi elementari, impedendo così di fatto il sorgere di un pensiero critico individuale. Inoltre, la storia non si conosce più e in tal modo i capi possono permettersi di sbagliare, perché tanto nessuno ci farà caso o se ne ricorderà, senza dimenticare che l’assenza cognitiva delle origini induce gli individui all’incapacità di prendere decisioni, che saranno così imposte da chi regge il timone.
Certamente nel romanzo tutto ciò è portato all’estremo, viene insomma enfatizzato, ma se ci fermiamo per un attimo e guardiamo all’intorno noteremo che il 1984 è già tra noi.
Un Orwell quindi capace di andare molto avanti nel tempo e del resto non è improbabile che l’idea per il romanzo sia maturata nel 1940 quando alla BBC conduceva una trasmissione radio di propaganda rivolta all’India, paese dove era nato. Non era ancora a conoscenza dei nefasti effetti della televisione, che con l’immagine impone la verità di parte, ma la conoscenza dei metodi sovietici, da lui verificati nel corso della guerra di Spagna, oltre a ispirargli il celbre romanzo La fattoria degli animali, di certo non poco contribuirono a costituire il substrato su cui poi imbastì il geniale “1984”.
Questo libro, quindi, è senz’altro da leggere, per comprendere il presente, senza tuttavia dimenticare che qualsiasi fantasia affonda le radici nella realtà e la situazione contemporanea è il risultato di un lungo continuum storico iniziato molto prima della stesura del romanzo. Il grande merito di Orwell è di aver saputo cogliere certi fatti, i prodromi della società del futuro, la nostra, e di essere riuscito a elaborare una proiezione nel tempo dimostratasi veritiera.
Di Renzo.Montagnoli
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