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Recensione Michele Starvaggi Quello che caratterizza lo scritto di Michele Starvaggi è lo stile, del tutto nuovo, fresco, diretto e immediato. Uno scritto che evoca situazioni emozionali azzeccate, riesce a creare un mix di sentimenti, emozioni, sorrisi e lacrime del tutto nuove. In una prima parte del romanzo i personaggi e luoghi sono incastonati in un contesto solare e ricco di piacevoli colpi di scena, la seconda parte di contraddistingue sia per gli elementi di prosa che per l’evolversi degli eventi tragici, fino ad arrivare a un finale del tutto inaspettato. Interessante l’elemento prosa, le parole si collocano in una naturale sequenza descrittiva che non lascia dubbi sullo stato d’animo dell’uomo che sta per giungere al termine dei suoi giorni. In particolare, alcuni tratti ricompongono la visione della triste realtà e del momento in cui è stato inspirato e creano un’immagine composta di termini concreti, controllati e definiti nei versi. Non è una parola evocativa o visionaria, perché il destino non lascia che amaro e pesante lo stato d'animo e induce a una decisiva e diretta riflessione. L’increscere della tragicità nel narrato avviene con una gradualità tale, che, a metà dell’opera, si percepisce l’impressione di essere stati proiettati nella storia stessa quale parte integrante del loro contesto, tale da provare sensazioni ed emozioni forti per la loro vicenda. L’illustrazione del narrato compone le immagini sulle parole, riuscendo a definire un insieme di sensazioni che riaffiorano dalle pagine facendo sentire il lettore parte narrata. Di Acerrimo
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